L'arcadia in Brenta/Lettor gentilissimo
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LETTOR GENTILISSIMO.
Io adunque per argomento della mia presente Operetta non prendo già l’Arcadia in Brenta, che scritta trovasi dal nostro Autore, poiché in essa materia non trovo per una teatrale Rappresentazione.
Sul fine di detta Arcadia, sciogliendo gli sette Arcadi la loro gentile conversazione, s’invitano vicendevolmente per la susseguente stagione, e tutto che stabilissero passare sul fiume Sile, accadde però che quel tale Messer Fabrizio Fabroni da Fabriano, piccatosi di generosità, volle trattar magnificamente la maggior parte di quelli che l’avevano favorito, e seco li condusse in un suo Casino sul fiume Brenta, formando in esso novellamente l’Arcadia in Brenta. Invitò Rosanna e Laura, Giacinto e Foresto, lasciando da parte Marina e Silvio, perchè essi troppo sul vivo lo avevano motteggiato nell’altra Arcadia.
S’accrebbe non pertanto il numero della conversazione con Madama Lindora, dama di una straordinaria stucchevole delicatezza, ed il Conte Bellezza di una caricatissima affettazione.
Il povero Fabrizio di gran core, ma di poche sostanze, per sostenere l’impegno, a cui incautamente s’apprese, andò in rovina; rimasto in pochi dì senza danaro e senza roba, e col rossore di doversi vedere scornato dagli ospiti, e ridotta l’Arcadia in una commedia, che per lui poteva dirsi tragedia, a che molto ha contribuito Foresto, uno degli Arcadi, ma il più confidente di Fabrizio, quello a cuit egli aveva raccomandato l’economìa della casa.
Questa mia Arcadia di Brenta è tanto quanto quella di Ginnesio Gavardo Vacalerio, avendola ricavata da codici antichissimi della Malcontenta3 ove vanno a terminare i suoi giorni tutti quelli che, come messer Fabrizio, si fanno mangiare il suo, e si riducono poveri per volerla spacciar da grandi.
Note
- ↑ Allude il Goldoni all’Arcadia in Brenta overo la Melanconia sbandita di Ginnesio Gaoardo Vacalerio (o anche Vacallero), cioè del N. U. Giovanni Sagredo (1616-1694), cavaliere veneziano, edita la prima volta a Venezia (falsamente Colonia) nel 1667 e ristampata moltissime volte. Vedi specialmente G. B. Marchesi, Per la storia della Novella Italiana nel secolo XVII, Roma, 1897. cap. IV.
- ↑ Forse non ricordava il Goldoni che la famosa Arcadia romana sorse nel 1690.
- ↑ Terricciuola sulla Brenta, che dà qui motivo al Goldoni di scherzare.