L'altra libertà/Il Premio letterario “Emanuele Casalini”

Il Premio letterario “Emanuele Casalini”

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Autori vari - L'altra libertà (2009/2010/2011)
Il Premio letterario “Emanuele Casalini”
L'altra libertà Chi era Emanuele Casalini


Nel 2002 ricorreva il cinquantenario de La Grande Promessa, la prima rivista carceraria italiana, nata a Porto Azzurro per iniziativa dei detenuti. In quell’occasione, la Società di San Vincenzo De Paoli e l’Università delle Tre Età - Unitre, che da decenni svolgono attività di volontariato nel carcere elbano, hanno ritenuto opportuno sottolineare il valore della ricorrenza con un’iniziativa significativa: l’istituzione di un premio letterario nazionale riservato ai detenuti e dedicato a Emanuele Casalini, attento lettore, collaboratore ed estimatore de La Grande Promessa, oltre che fondatore, presidente e docente dell’Unitre di Porto Azzurro.

L’iniziativa nasceva anche da una motivazione più profonda: il proposito di offrire nuove occasioni, nuovi incentivi a quelle prove di scrittura che da sempre sono presenti nel mondo carcerario come tentativo di rappresentare se stessi e il proprio rapporto con il mondo.

Anche in carcere si scrive per ripensare il proprio percorso esistenziale, per liberarsi, oggettivandoli, dai fantasmi dell’isolamento e dall’angoscia di essere confinati in luoghi tanto remoti dalla comprensione degli altri uomini, per ritrovare la propria identità, per tentare un dialogo con gli altri. È la ricerca di un ordine interiore che possa dare un senso al proprio vissuto, e renderlo condivisibile con altri, attraverso la grammatica della scrittura, sia che si scelga la forma del racconto sia che si scelga quella della poesia. È proprio così che si può raggiungere una nuova consapevolezza, offrire nuove occasioni alla costruzione di sé, e al tempo stesso coinvolgere il lettore, facendogli conoscere storie, sentimenti, ambienti, situazioni che altrimenti non avrebbe occasione di approfondire.

Si tratta insomma di costruire un piccolo ponte che metta in contatto il carcere con il mondo esterno, e che trasformi la segregazione in unmomento di incontro e di dialogo, di approfondimento reciproco, invitando il lettore all’ascolto.

Nei primi due anni la premiazione dei vincitori si è tenuta nel penitenziario di Porto Azzurro. Poi, anche per le difficoltà di trasferimento e comunicazione che presenta un’isola, dal 2004 la cerimonia di premiazione è diventata itinerante, ed è stata ospitata, grazie alla sensibilità e alla collaborazione delle istituzioni, nel carcere di “Rebibbia” a Roma, nel “Lorusso e Cutugno” di Torino, al “Montorio” di Verona, al “San Vittore” di Milano, nel 2008 nuovamente a Torino e infine nel 2009 a Volterra.

Fin dalla prima edizione, dirigenti e operatori del mondo carcerario hanno apprezzato e incoraggiato l’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica, della Presidenza della Regione Toscana e della Provincia di Livorno, del Comune di Piombino e delle amministrazioni degli enti locali e regionali e delle città che hanno ospitato le premiazioni.

I giurati del premio, variamente impegnati nell’editoria, nell’organizzazione culturale, nell’insegnamento e nelle arti, hanno avuto il piacere e l’onore di avere con loro Anna Maria Rimoaldi, studiosa di storia, regista, già attiva collaboratrice di Maria Bellonci, poi direttore della Fondazione Bellonci, che promuove il Premio Strega, il maggior riconoscimento letterario italiano. Anna Maria ha speso generosamente la sua vita nella promozione del libro e della lettura, e ci ha lasciati il 2 agosto 2007, a Poggio nell’Elba, mentre a pochi passi dalla sua casa si teneva una riunione della Giuria del Premio Casalini. A lei il nostro ricordo più grato e più affettuoso.

Possiamo concludere queste poche note con le parole che lei stessa aveva dettato: “Ogni premio letterario è una ricchezza che deve essere perseguita e valorizzata. Il Premio letterario ‘Emanuele Casalini’ ha una valenza sociale e umana che lo rende particolarmente importante”.