L'aes grave del Museo Kircheriano/Incerte - Tavola V.
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Tavola V.
Le dodici prime monete di questa tavola sono publicate dall’Arrigoni in esemplari raddoppiati. Noi dopo molte ricerche non ne abbiamo saputa trovare la traccia in questa Italia media. Quella del n. 10. pare si truovi nella collezione dell’Eminentissimo Card. Borgia che ora è del reale museo di Napoli.
N. 13. Sestante publicato da noi sotto il n. 7. T. III. Classe II. Questo esemplare viene dalle publicazioni del museo Hederveriano e del chiarissimo Avellino.
N. 14. Quincunce appartenente alla serie maggiore e più antica delle monete della Tavola Unica Classe V.
N. 15. Testa di dea di faccia coperta d’elmo a triplice cimiero a crini di cavallo, che largamente si spandono su’ due lati, e mitra in luogo di visiera. )( Bue fermo in piedi, rivolto a destra con coda ripiegata sul dorso: nella parte superiore una specie di piccolo caduceo, o una L arcaica: nell’esergo l’epigrafe ROMA.
N. 16. Moneta coniata in bronzo. Testa d’Apollo rivolta a destra: all’intorno l’epigrafe diretta . )( Delfino rivolto a sinistra: all’intorno l’epigrafe medesima retrograda.
N. 17. Semisse. Bifronte, sbarbato, coperto di pileo acuminato. )( Delfino rivolto a sinistra: all’intorno l’epigrafe , e tra il delfino e l’epigrafe il Ↄ del semisse.
N. 18. Abbiam fatto disegnare il diritto di questa moneta appartenente alla serie rappresentata alla tavola I. classe III. per dimostrare la forma schiacciata del pileo che ordinariamente si ravvisa in quelle monete di questa serie stessa che mancano di clava nel rovescio.
N. 19. Triente. Bifronte sbarbato con pileo: le palle delle quattr’oncie ai due lati. )( Prora di nave rivolta a sinistra: nella parte superiore l’epigrafe .
N. 20. Oncia. È quella stessa che abbiamo incontrata nella Tavola Unica della Classe V. Si può credere, che un qualche falsario abbia dal fondo della moneta ricavato quel monogramma.