Giuseppe Gioachino Belli

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Er matarazzaro Er mercato de piazza Navona
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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L'OMBRELLARI

     Che bbelli tempi, sì! cquanti sò1 ccari!
More2 de fonghi tu e li tempi bbelli.
Cristo! nun piove mai! Dìlli fraggelli
Sti mesi assciutti, e nnu li dì ggennari.

     Se discorre3 che nnoi in tre ffratelli
Che ttenemo bbottega d’ombrellari,
Drent’a ddu’ mesi cqui a li Bbaullari,4
Nun z’è aggiustato c’ott’o nnove ombrelli.

     Sto novembre, ar vedé ll’arco-bbaleno5
Je lo disse6 a mmi’ mojje tal’e cquale:
“Accidenti, Mitirda!7 ecco er zereno!.„

     E mm’arispose lei: “Bbrutto seggnale!
Ché ppe’ nnoi sce vorebbe armén’arméno
Rivienissi8er diluvio univerzale.„

19 marzo 1834

Note

  1. Quanto sono.
  2. Mori.
  3. Si discorre, nel senso di “si tratta„
  4. Contrada quasi esclusivamente popolata da fabbricatori e racconciatori di bauli, valigie ed ombrelle. Si sa che anticamente i corpi d’arte usavano di stabilirsi presso che tutti in comunione di residenza, come erano uniti in sodalizi, fonte d’intolleranze, di privilegi esclusivi e di nocumento alla società.
  5. L’apparizione dell’iride è sempre un miracolo promettitore di serenità, episodio storico della gran tregua fatta da Dio con Noè dopo a’ cento giorni, ai quali successe la prima restaurazione, diversa alquanto da quella venuta poi dietro ai cento giorni di Bonaparte.
  6. Dissi.
  7. Matilde.
  8. Rivenisse.