Giuseppe Gioachino Belli

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Li monichi mmaledettini Er miracolo de san Gennaro
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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L'OLIVETANI

     Io, er mi’ fijjo granne e mmi’ fratello
Erimo1 tutt’e e ttre ccapi-ortolani
Dell’orto de li Padri Olivetani
Che nnun c’è ar Monno un orto accusì bbello.

     Ma vvenuto a rreggnà sto gran cervello
De Don Mauro,2 noi poveri cristiani
Semo stati cacciati com’e ccani,
Propio come caggnacci de mascello.

     E pperchè? pperchè er Papa ha avuto vojja
De sopprime3 sti Monichi, e mmó adesso
Fa l’inventario, e, bbontà ssua, li spojja.

     E pperchè ll’ha ssoppressi e ll’ha spojjati?
Pe’ ffà a spese dell’Ordine soppresso
Più rricchi li su’ antichi cammerati.4

15 maggio 1834

Note

  1. Eravamo.
  2. Mauro Cappellari, poi Papa Gregorio XVI.
  3. Di sopprimere.
  4. I beni dell’Ordine Olivetano sono stati donati da Gregorio a’ suoi confratelli Camaldolesi: e per ciò tanto più gli Olivetani risguardano la loro soppressione come un fatto di personalità, in quanto che dentro il solo Stato pontificio si è quella circoscritta, dove solamente si poteva dal Papa disporre a suo talento di proprietà altrui, comunque ecclesiastiche.