L'Isottèo/Isaotta nel bosco/Ballata quinta
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Gabriele D'Annunzio - L'Isottèo (1886)
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BALLATA V.
Riprendemmo la via, con i ginnetti
ch’eran piú vivi e piú giocondi. Al corso
anelavano, e il morso
tingean di calda bava, scalpitando.
5Ora la selva, innanzi a li occhi nostri,
misteriosa e grave,
ergeva i tronchi e i rami a ’l ciel maggiori;
e, lunga componendo ala di chiostri,
volgeasi in ampia nave,
10qual dòmo, o spaziava in alti fòri.
Avea cupi romori.
Ella disse: — Non dunque tal sentiere
mena a ’l loco soave
u’ la Bella, aspettando il Cavaliere,
15dorme sepolta in tra le chiome flave
che crebbero per mille primavere? —
Ond’io sorrisi. Ed ella: — Or quali amori
sogna colei ne l’animo, aspettando? —