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LXXI.
A UN FILOSOFO
Se sant’Antonio vi mantenga sano
E vi rischiari l’antropologia
Né spengan le zanzare il lume a mano
4Che vi die’ il Pestalozza in cortesia,
Seguite adagio adagio e piano piano,
Caro Mirtillo mio, per questa via:
Ché l’individualismo è luterano
8E il volere esser noi pedanteria.
Voi sbancate i copisti e gli scrivani,
Voi vendete il sistema a bariglioni,
11Con la modestia pia de’ ciarlatani.
Venitela a vedere, o berrettoni,
L’opera bella de le vostre mani
14Fatta ad imagin de’ . . .
Oh i leggiadri sermoni!
Oh la filosofia vaghetta e pura
17Che larga a un tempo e stretta è di natura!
Se la mano vi dura
E se Dio vi mantien sane le dita,
20Mirtillo mio, farem buona riuscita.
Siete una calamita
Che v’attirate i pezzi badiali,
23Come faceva Orfeo de gli animali.
Pria che la ruota cali,
Pigliate i raggi, e con novel vigore
26Scappateci ad un tratto professore.
Ché noi v’amiam di cuore,
E, pur che vi leviate quattro passi,
29Vi mandiamo anche ne’ paesi bassi.