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Libro IV - Dante Libro IV - Agl'Italiani
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LXI.

BEATRICE


La luminosa testa
Dritta al ciel sorridea,
3E il collo si svolgea — roseo fulgente.

La fronte splendïente,
Alta, serena, bella,
6E la rosa novella — del suo viso

E il freschissimo riso
Di pura giovinezza
9Mi svegliaron dolcezza — nova in cuore.

Ma di soave orrore
Tutto mi sbigottiva
12De la persona diva — il portamento.

Ondeggiava co ’l vento
A l’aere mattutina
15La vesta cilestrina — e il bianco velo.

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Cosí donna dal cielo
Mi passava d’avanti
18Angelica in sembianti — e tutta accesa.

La mente mia sospesa
Pur a lei riguardava,
21E l’alma quïetava — sospirando.

Poi dissi = Or come, or quando
Fu la terra sí degna
24Che tal d’amore insegna — in lei si posi?

Che padri avventurosi
Al secol ti donaro?
27Che tempi ti portare — cosí bella?

Qual piú serena stella
Prima forma t’accolse?
30Qual divo amor t’avvolse — del suo lume?

Ben fia l’uman costume
Volto a segno felice
33Se di te beatrice — si ricrea. =

= Non donna, io sono idea
Che a l’uomo il ciel propose
36Quando de l’alte cose — ardean gli studi,

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E i cuor non anche nudi
Di lor potenza ignita
39Combattean con la vita — aspra e co ’l vero,

E al valido pensiero
E a la balda speranza
42Diêr l’armi di costanza — amor e fede.

Allor d’aerea sede
Tra quei gagliardi io venni,
45Ed accesi e sostenni — le tenzoni,

E stretta a’ miei campioni
Fei ne l’amplesso forte
48Bella parer la morte — e la disfatta.

Da i vaghi ingegni tratta
In versi ed in colori
51Io vagai tra gli allori — in riva d’Arno.

Voi mi cercate indarno
Ne’ vostri angusti lari.
54Non Bice Portinari, — io son l’idea. =