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LXI.
BEATRICE
La luminosa testa
Dritta al ciel sorridea,
3E il collo si svolgea — roseo fulgente.
La fronte splendïente,
Alta, serena, bella,
6E la rosa novella — del suo viso
E il freschissimo riso
Di pura giovinezza
9Mi svegliaron dolcezza — nova in cuore.
Ma di soave orrore
Tutto mi sbigottiva
12De la persona diva — il portamento.
Ondeggiava co ’l vento
A l’aere mattutina
15La vesta cilestrina — e il bianco velo.
Cosí donna dal cielo
Mi passava d’avanti
18Angelica in sembianti — e tutta accesa.
La mente mia sospesa
Pur a lei riguardava,
21E l’alma quïetava — sospirando.
Poi dissi = Or come, or quando
Fu la terra sí degna
24Che tal d’amore insegna — in lei si posi?
Che padri avventurosi
Al secol ti donaro?
27Che tempi ti portare — cosí bella?
Qual piú serena stella
Prima forma t’accolse?
30Qual divo amor t’avvolse — del suo lume?
Ben fia l’uman costume
Volto a segno felice
33Se di te beatrice — si ricrea. =
= Non donna, io sono idea
Che a l’uomo il ciel propose
36Quando de l’alte cose — ardean gli studi,
E i cuor non anche nudi
Di lor potenza ignita
39Combattean con la vita — aspra e co ’l vero,
E al valido pensiero
E a la balda speranza
42Diêr l’armi di costanza — amor e fede.
Allor d’aerea sede
Tra quei gagliardi io venni,
45Ed accesi e sostenni — le tenzoni,
E stretta a’ miei campioni
Fei ne l’amplesso forte
48Bella parer la morte — e la disfatta.
Da i vaghi ingegni tratta
In versi ed in colori
51Io vagai tra gli allori — in riva d’Arno.
Voi mi cercate indarno
Ne’ vostri angusti lari.
54Non Bice Portinari, — io son l’idea. =