Poi che venne disunione intra li eredi di Carlo Magno, come di sopra abbiamo dimostro, si dette occasione a nuovi popoli settentrionali, detti Normandi, di venire ad assalire la Francia e occuporono quel paese il quale oggi da loro, è detto Normandìa. Di questi popoli una parte ne venne in Italia ne’ tempi che quella provincia da’ Berengarii, da’ Saraceni e dagli Unni era infestata, e occuporono alcune terre in Romagna, dove, intra quelle guerre, virtuosamente si mantennono. Di Tancredi, uno di questi principi normandi, nacquono più figliuoli, intra i quali fu Guglielmo, nominato Ferabac, e Ruberto, detto Guiscardo. Era pervenuto il principato a Guglielmo, e i tumulti di Italia in qualche parte erano cessati; nondimeno i Saraceni tenevono la Sicilia e ogni dì scorrevono i liti di Italia; per la qual cosa Guglielmo convenne con il principe di Capua e di Salerno e con Melorco greco, che per lo imperadore di Grecia governava la Puglia e la Calavria, di assaltare la Sicilia, e, seguendone la vittoria, si accordorono che qualunche di loro della preda e dello stato dovesse per la quarta parte participare. Fu la impresa felice; e cacciati i Saraceni, occuporono la Sicilia. Dopo la quale vittoria, Melorco fece venire secretamente gente di Grecia, e prese la possessione dell’isola per lo imperadore, e solamente divise la preda. Di che Guglielmo fu male contento; ma si riserbò a tempo più commodo a dimostrarlo; e si partì di Sicilia insieme con i principi di Salerno e di Capua. I quali come furono partiti da lui per tornarsene a casa, Guglielmo non ritornò in Romagna, ma si volse con le sue genti verso Puglia, e subito occupò Melfi, e quindi, in breve tempo, contro alle forze dello imperadore greco, si insignorì quasi che di tutta Puglia e di Calavria, nelle quali provincie signoreggiava, al tempo di Niccolao II, Ruberto Guiscardo suo fratello. E perché gli aveva avute assai differenze con i suoi nipoti per la eredità di quelli stati, usò l’autorità del Papa a comporle; il che fu da il Papa esequito volentieri, desideroso di guadagnarsi Ruberto, acciò che contro agli imperadori tedeschi e contro alla insolenzia del popolo romano lo difendesse; come lo effetto ne seguì, secondo che di sopra abbiamo dimostro, che ad instanzia di Gregorio VII, cacciò Errico di Roma e quello popolo domò. A Ruberto successono Ruggieri e Guglielmo, suoi figliuoli; allo stato de’ quali si aggiunse Napoli e tutte le terre che sono da Napoli a Roma, e di poi la Sicilia; delle quali si fece signore Ruggieri. Ma Guglielmo, di poi, andando in Gonstantinopoli per prendere per moglie la figliuola dello Imperadore, fu da Ruggieri assalito, e toltogli lo stato. E insuperbito per tale acquisto, si fece prima chiamare re di Italia; di poi, contento del titolo di re di Puglia e di Sicilia, fu il primo che desse nome e ordine a quel regno; il quale ancora oggi intra gli antichi termini si mantiene, ancora che più volte abbia variato, non solamente sangue, ma nazione; perché, venuta meno la stirpe de’ Normandi, si trasmutò quel regno ne’ Tedeschi, da quelli ne’ Franciosi, da costoro negli Aragonesi, e oggi è posseduto dai Fiamminghi.