Interviste dal libro "TUTUCH (Uccello tuono)"/Intervista a Leonard Bordeau
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Il mio nome mohawk è quello di Attonio che significa: “persona coraggiosa”. Come consigliere ho otto incarichi: sono nella commissione ambiente, nella distribuzione della terra, nel governo della terra, nell'edilizia, negli affari culturali, e non ricordo quali altri ancora. Ho molto lavoro da fare, ed il mio tavolo di lavoro è sempre in un caos, come adesso. Ieri siamo andati ad un meeting a cento chilometri da qui. C'era una riunione molto importante di capi e consiglieri per prendere delle decisioni in merito ad un incidente di sconfinamento occorso dieci anni fa. Il grande capo di quel tempo fu arrestato e condannato: la comunità dei Mohawk pensò che non si dovesse pagare niente in caso di sconfinamento, perché avevamo ereditato il diritto di oltrepassare i confini. Il Governo Canadese ci disse: <<Se volete cambiare qualcosa perché non ci portate in giudizio? Lo facemmo. Assoldammo un buon avvocato e l'inverno scorso andammo in corte. Il processo durò un paio di mesi: saprà che quando si va in corte l'iter non dura un giorno. Continuò, infatti, per parecchio tempo e diverse persone ebbero qualcosa da dire sul caso: alcuni dei nostri anziani presentarono oralmente la storia dei Mohawk e descrissero il territorio sul quale vivevano, come vivevano, dove mettevano le trappole, dove cacciavano, raccontarono che si occupavano del commercio del legname, o che lavoravano, lontano, nel settore delle costruzioni.
1. Secondo la sua tradizione culturale la vita è un dono o una punizione?
Quando ci alziamo al mattino e vediamo il sole splendere, ci rendiamo conto che il Creatore (il mio ed il suo Creatore) ci ha concesso un altro giorno. Anche oggi il sole splende, è una bella giornata e siamo lieti di essere vivi. Siamo qui per un breve lasso di tempo, alcuni di noi saranno qui per 50 anni, altri per 90. Non sappiamo quanto tempo abbiamo. Desidera sapere, secondo la mia tradizione, chi ci ha messo qui? Il Creatore ci ha messo qui. Siamo qui per una ragione. Per noi la ragione è di migliorare la qualità della vita per il futuro: nella nostra cultura guardiamo avanti fino alla settima generazione, per preparare una vita migliore per le creature che nasceranno. Tutte le decisioni che si prendono nei meeting consiliari sono dettate da questo imperativo. Nella nostra cultura il Creatore è uno Spirito.
2. Perché siamo qui: per lottarci o per aiutarci?
Ebbene, dovremmo essere qui per aiutarci reciprocamente: Italiani, Mohawk, Francesi, Cinesi, Tedeschi, chiunque. Ma quando guardi al mondo, noti che vi sono sempre dei problemi in Cina, in Irlanda, in Somalia, in India: c'è sempre qualche tipo di conflitto. Sembra che non ci liberiamo mai da essi, ogni venti, trent'anni c'è una grande guerra. Sì, non esattamente in questi termini: ora abbiamo guerre più piccole, perché evitiamo i grandi conflitti, come le guerre mondiali.
3. Che significa per lei la parola “capo”?
C'è il sistema elettivo, ora, ed abbiamo un mandato di due anni. Certamente, cerchi di fare del tuo meglio, ma in due anni non puoi risolvere tutti i problemi. Ti sforzi di risolvere i problemi quotidiani, rendendo alcune persone felici, ed altre infelici. Queste sono le persone che non ti sosterranno alle prossime elezioni, e le persone che hai accontentato non muoveranno un dito. È difficile lavorare di anno in anno: il primo è il più difficile, perché devi imparare tutto, nel secondo anno le cose peggiorano, perché hai da prendere più decisioni. E molte decisioni sono davvero difficili, perché riguardano i tuoi familiari o amici, ed il più delle volte sono molto impopolari.
4. Quali sono le sue responsabilità?
Penso sia meglio passare alle successive domande, perché il mio amico Johnny risponderà adeguatamente a questa. Va bene?
5. Che tipo di organizzazione sociale avete?
Da quanto ne so in Kahnawake avevamo il sistema dei clan. Le donne hanno sempre diretto il clan, e in passato erano i veri capi: stavano a casa, cucinavano, provvedevano alle pulizie, lavoravano i campi, aravano e seminavano. Gli uomini erano sempre fuori o per la caccia o per difendere il territorio: questo era il loro compito. I bambini stavano con la madre a sbrigare le faccende domestiche e tutte quelle cose che dovevano essere fatte per un buon andamento della casa.
6. Qual è il ruolo della donna nella vita del gruppo? Chi si occupa dell'educazione dei figli?
Ho già risposto a questa domanda. Non crede? Riguardo all'educazione dei figli devo dire che la tradizione veniva trasmessa dal padre e dalla madre, dagli zii, e dai nonni: la nostra cultura, la nostra religione, la nostra storia, tutto veniva trasmesso ai figli oralmente.
Per quanto riguarda il nostro rispetto verso gli anziani, che l'ha colpita tanto, devo dire che nella nostra cultura è fondamentale: la invito a riflettere sul fatto che l'anziano è ognuno di noi, lei stessa con appena qualche anno in più. Hanno acquistato grande giudizio col passare degli anni vivendo in situazioni sempre differenti. A volte può capitare che il giovane non sa come comportarsi in certe situazioni, perciò chiede consiglio agli anziani. Si siedono e parlano molto.
7. Cosa può dirmi circa la proprietà? Mi spiego: come venivano distribuiti i beni tra i membri del gruppo?
So che in passato i miei antenati non possedevano niente. Avevano la terra, ma era in comune, era per tutti: ne facevano uso non abuso, ma la cosa importante è che non la possedevano. Nel corso degli anni - ma non so dire né come né quando - le persone cominciarono ad avere delle proprietà. Ebbene, dal mio punto di vista, la proprietà crea sempre dei problemi: ora, in Kahnawake vi sono alcuni proprietari di terre che non possono andarci per mancanza di strade. I confinanti dicono: <<se vuoi avere accesso alla tua proprietà mi devi dare qualche centinaio di dollari per farti la strada>>. Ma in passato non si pensava mai in questi termini.
8. Qual è il suo massimo dovere?
Come ho già detto, le mie responsabilità sono queste: devo guardare al futuro per sette generazioni e rendere le cose migliori per quelli che verranno. Forse non mi capirà quando parlo delle sette generazioni, ma significa che dobbiamo sempre guardare al futuro. Ora abbiamo tanti politici nel Québec, abbiamo a che fare col Governo Canadese, e col Governo Provinciale, ma in ogni trattativa politica non dobbiamo mai dimenticare le generazioni future.
9. Come punite i colpevoli?
In passato, quando qualcuno commetteva un crimine veniva bandito dalla comunità e doveva lasciare il territorio per sempre. Essere allontanato significava aver commesso veramente qualcosa di molto grave. Comunque, quella persona conosceva tutto ciò che gli occorreva per sopravvivere: sapeva cacciare, sapeva costruirsi la sua tenda, e tutto il resto, ma lontano dal territorio.
10. L'essere umano è superiore agli animali e alla natura?
Penso che vorremmo essere superiori a loro, ma non nel senso di voler essere i loro capi, non per dominarli. Abbiamo un intelletto superiore, ed ogni tipo di animale che il Creatore ci ha dato è qui per una ragione: per darci vestiti, cibo, calore, e qualsiasi altra cosa di cui abbiamo bisogno. In passato, quando l'uomo andava a caccia usava tutto dell'animale che uccideva. Anche le ossa servivano per ornamento. Nella nostra cultura siamo sempre stati molto attenti all'ambiente, perché la terra è la nostra madre. E quando camminiamo sulla madre terra dobbiamo aver cura di tutto, non dobbiamo distruggere niente. Non come adesso che tutto è contaminato: nel mare abbiamo le specie di pesci che noi mangiamo, e sulla terra abbiamo rifiuti tossici, rifiuti nucleari che dureranno in eterno.
11. Qual è l'essenza dell'essere umano? È una creatura speciale con una missione speciale?
Invece di “esseri umani” io preferisco usare il termine “persona”, che per me è più semplice da usare. Per prima cosa non dobbiamo dimenticare che non occorre fare distinzione tra maschio e femmina, ma insieme si devono impegnare a migliorare lo standard di vita per tutti.