In Guittalemme/Prefazione

Prefazione

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PREFAZIONE



REDETEMI, mio carissimo Liberati, le prefazioni sono oramai passate nel mondo de’ ferravecchi. Ed è giusto, ne convengo anch’io, che di cose vecchie me n’intendo un pochino!

Tutto in oggi deve correre a grande velocità, e le prefazioni non sono che inutili fermate di quarto ordine. Guittalemme invece, che voi vi accingete a illustrare, è una stazione di primissima classe. E io ve lo posso dire, sapete, perchè a [p. 12 modifica]Guittalemme sono nato; in Guittalemme sono cresciuto, e sono stato allevato.

E che popolazione immensa, amico mio! Credo fermamente che superi, di gran lunga, quella di Londra! E una popolazione specialissima, variata, che non somiglia a nessun’altra; un insieme di cittadini intelligentissimi, poco o punto laboriosi; ma, in compenso, capaci di pensare e fare le cose più utili e più belle di questo mondo.

Perchè — vedete — io credo, senza tema d’andar errato, che i più grandi e geniali artisti, le maggiori glorie del mondo civile, innanzi alle cui opere tutti s’inchinano, sono usciti da quel nobile paese.

Chiedetene, caro Liberati, al nostro comune amico Murger!

La sua Bohème non è che un quartiere della vostro Guittalemme; i suoi boèmi (si può italianizzar la parola?) sono i vostri guitti. [p. 13 modifica]I guitti veri, genuini, si dividono in tanti nomi della stessa famiglia — lo credano tutti coloro, e spero saranno moltissimi, che leggeranno questo simpatico vostro libro —: chiamateli comici, autori, poeti, pittori, scultori, son tutti figli di Guittalemme.

In oggi, è vero, molti salgono a grandi altezze senza esser nati in quel fiorito paese; ma, se li osservate bene da vicino, vedrete che, non ostante la lor dorata apparenza, qualche cosa di guitto c’è anche in essi.

Ne’ vostri graziosi bozzetti voi parlate soltanto de’ comici. Lo so: è il mondo che conoscete meglio; ma se sapeste la nobile guitteria de’ seguaci di Apelle e di Fidia!. Tra noi guitti comicaroli si porta al sacro monte la pelliccia, o la marsina (son questi gli arnesi del nostro mestiere): tra guitti, pittori, e scultori sono talvolta i pennelli, gli scalpelli, e [p. 14 modifica]le tele, che salgono l’erto cammino del monte ... santo!

E, detto questo, finisco le mie inutili chiacchiere, invitando tutti a leggere il libro: si presenta in veste modesta, ma sotto di essa c’è veramente l’umorismo sano.

Troveranno i lettori godimento grandissimo, a modico prezzo ... cosa da vero non comune pe’ tempi che corrono ... e lo dice

Ermete Novelli
da Guittalemme.