Il ragionamento della dotta ignoranza/Dedica al Mons. Sig. Curiolano Garzatori 1

Dedica al Mons. Sig. Curiolano Garzatori 1

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AL MOLTO ILLUSTRE,

E REVERENDISSIMO

MONSIGNOR

IL SIG. CURIOLANO

GARZATORI,


Vescovo di Cherso, e d'Ossero.


CC

ENTRE più volte meco medesimo, Molto Illustre Monsignore, ho diligentemente considerato le cagioni, che sogliono persuadere i dotti scrittori a dedicar l’opere loro, io son caduto in questo parere, che vi sieno alcuni, che a ciò fare si muovano per iscioglier gli obblighi loro; altri per ritrovar forte riparo contra a’ gravi colpi de’ maldicenti; alcuni altri per raccontar’i meriti gloriosi de’ famosi Heroi, con isperanza di qualche honorato [p. ii modifica]premio; e molti ancora per procacciarsi l’altrui benivolenza. Ma io non posso con sì poca servitù sodisfar’ all’obligo infinito che son tenuto a V.S Reverendissima. E spero, che questa fatica non havrà bisogno d’alcuna difesa; percioche il Savio non sà dir mal d’alcuno, e lo sciocco non vien creduto. Poi sono così grandi i meriti della sua patria, della casa, della famiglia, e di lei ancora, che ben sono degni, che da più dotta mano, e da più purgato inchiostro a tutti sieno fatti palesi. Et parmi essere certo che questa opera mia non meriti alcun premio; nè dee in alcun modo esser guiderdonata, come quella, ch’è spogliata di dottrina, e di leggiadro stile; tutte cose convenienti a una lodevole, e pregiata composizione. Vengo dunque co’l cuore, e con la penna à consacrar’ al nome glorioso di V. S. Molto Illustre questo mio ragionamento della dotta ignoranza, per ricordarle solo, ch’io di continovo mi rammento, e non mai mi scorderò, come le sono sommamente obligato; poscia che grandi sono i favori, che m’ha fatto, e singolari le gratie, che m’ha concesso. Però non sie alcuno, che [p. iii modifica]non giudichi giuditiosa esserere stata questa dedicatione, con cui almeno vò manifestando il mio obligo, certissimo inditio di gratitudine, ancor che da lui per ora non possa disciogliermi. Oltre che, essendo questo discorso per se stesso vile, e tenebroso, ha mestieri d'esser grandemente nobilitato, et illustrato. Là onde, se è vero, che l'acque, havendo libero corso, tanto ascendano, quanto discesero; dommi a credere, che cotal'opera tanto ascenderà, tratta dal suo altissimo valore, quanto discende aggravata dal mio humilissimo stile. Et come la Luna, che per se non ha alcuna luce, dal Sole vien fatta lucida, sotto cui ella non puo eclissare; così questa oscura compositione, venuta alle sue mani, tosto sarà illuminata dal Sole della sua virtù, sotto cui non patirà già mai eclissi di biasimo nè di reprensione. Et perche V.S. Reverendissima (essendo in se stessa piena di Pietà, e di Religione) verso il suo popolo, da lei governato con infinita carità, mostrasi colma di Giustitia, e d'Humanità; m'assicuro, ch'ella con lieto viso accetterà questo picciol dono, e con la sua solita gentilezza gradirà questa divota [p. iv modifica]rimembranza del debito mio verso lei. Et se la mia servitù le sia grata, le prometto, con più evidenti segni, palesarle la mia smisurata affetione: et allora peraventura, quando vestita di maggior dignità (honor' invero convenevole alle sue infinite virtù) con più singolar utilitade dell'anime fedeli esserciterà la sua soprahumana prudenza. Le bacio con ogni humiltà le mani, e le prego dal Cielo perpetuo contento. Di Trevigi il dì 25. Agosto 1591.

Di V.S. Molto Illust. e Reverendiss.

Perpetuo Servitore,

L'Accademico Bramoso.