Il piccolo principe/XIV
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Traduzione dal francese di Franco Perini (2016)
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Il quinto pianeta era molto curioso. Era il più piccolo dei cinque. C'era giusto lo spazio per ospitare un lampione e il lampionaio. Il piccolo principe non riusciva a spiegarsi a che potessero servire, in un punto qualsiasi del cielo, su di un pianeta senza case, senza abitanti, un lampione e un lampionaio. Comunque si disse:
«Può darsi che quest'uomo sia irragionevole. Comunque è meno irragionevole del Re, del vanitoso, dell'uomo d'affari e del beone. Almeno il suo lavoro un senso ce l'ha. Quando accende il suo lampione, è un po' come se facesse nascere un'altra stella, o un fiore. Quando smorza il suo lampione, manda a dormire il fiore o la stella. È un lavoro molto bello. È davvero utile perché è bello.»
Quando sbarcò sul pianeta salutò rispettosamente il lampionaio:
— Buongiorno. Perché stai spegnendo il tuo lampione?
— Questi sono gli ordini — rispose il lampionaio. — Buongiorno.
— E in cosa consiste questo ordine?
— Di spegnere il lampione. Buonasera.
E lo accese nuovamente.
— Ma perché lo riaccendi subito?
— Sono gli ordini — rispose il lampionaio.
— Non capisco — disse il piccolo principe.
— Non c'è nulla da capire — disse il lampionaio — gli ordini sono ordini. Buongiorno.
E spense il lampione.
Dopodiché si asciugò la fronte con un fazzoletto a quadretti rossi.
— Faccio un lavoro pesantissimo. Un tempo era accettabile. Si spegneva al mattino e si riaccendeva alla sera. C'era tutto il giorno per riposare e tutta la notte per dormire…
— E, da quel tempo, gli ordini sono cambiati?
— Gli ordini non sono cambiati, — disse il lampionaio — e proprio qui sta il dramma! Anno dopo anno il pianeta ha preso a girare sempre più velocemente e gli ordini non sono cambiati!
— E quindi? — disse il piccolo principe.
— Quindi ora che compie un giro al minuto, non ho più un secondo di riposo. Devo accendere e spegnere una volta al minuto!
— Quant'è buffo! Qui i giorni durano un minuto!
— Non è affatto buffo, — disse il lampionaio — È già passato un mese da quando abbiamo incominciato a conversare.
— Un mese?
— Sì. Trenta minuti. Trenta giorni! Buonasera.
E riaccese il suo lampione.
Il piccolo principe lo osservò, gli piaceva questo lampionaio che era così fedele alla consegna. Gli tornarono in mente i tramonti che lui si era andato a cercare spostando la sedia. Volle aiutare il suo amico.:
— Sai che io… io conosco un modo per farti riposare tutte le volte che lo desideri…
— Lo desidero in continuazione — disse il lampionaio.
Perché si può essere nello stesso tempo, scrupolosi e indolenti.
Il piccolo principe continuò:
— Il tuo pianeta è così piccino che puoi girarlo tutto in tre passi.
— Non hai che da camminare assai lentamente per restare sempre al sole. Quando ti vorrai riposare non hai che da camminare… il giorno durerà tutto il tempo che vorrai.
— Questo non mi servirà granché, — osservò il lampionaio — ciò che desidero di più è dormire.
— Non c'è soluzione — concluse il piccolo principe.
— Non c'è soluzione — ribadì il lampionaio — Buongiorno.
E spense il suo lampione.
«Costui, pensò il piccolo principe mentre proseguiva il suo viaggio, costui verrebbe disprezzato da tutti gli altri, dal Re, dal vanitoso, dal beone, dall'uomo d'affari. Tuttavia è l'unico che non mi sembra ridicolo. Forse perché si prende cura di qualcosa di diverso da sé stesso.»
Sospirò con rammarico e aggiunse:
«Questo qua è l'unico di cui potrei diventare amico. Ma il suo pianeta è assolutamente troppo piccolo. Non c'è posto per due…»
Quello che il piccolo principe non osava dirsi, era che quello che veramente rimpiangeva del pianeta erano sopratutto i millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore!