CXI. Della provincia di Cugiu (Cuigiu)

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CXI. Della provincia di Cugiu (Cuigiu)
CX CXII
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CXI (CXXX)

Della provincia di Cugiu (Cuigiu).

Cugiu è una provincia verso il levante, che quando l’uomo si parte di Toloma e’ va dodici giornate su per un fiume ov’ha ville e castella assai. Non v’ha cose da ricordare. Di capo delle dodici giornate si truova la cittá di Sinuglil (Fungul), la quale [p. 154 modifica]è molto nobile e molto grande. E sono idoli, e sono al Gran Cane, e vivono di mercatanzia e d’arti, e fanno panni di scorze d’albori,1 e sono bel vestire di state; [elle sono certe file traggono delle dette iscorze]. Egli sono uomeni d’arme: non hanno moneta se non le carte del Gran Cane. E v’ha tanti leoni, che, se neuno dormisse la notte fuori di casa, sarebbe incontanente mangiato. E chi di notte va per questo fiume, se la barca non istá ben di lungi della terra, quando si riposa la barca, andrebbe alcuno leone e piglierebbe uno di questi uomeni e mangerebbolo; ma gli uomeni se ne sanno bene guardare. Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. E si vi dico una grande maraviglia:2 che due cani vanno a un gran leone, e sono questi cani di questa contrada, e sí lo uccidono, tanto sono arditi. E dirovvi come.3 Quando uno uomo èe a cavallo con due di questi buon cani, come i cani veggono il leone, tosto corrono a lui, l’uno dinanzi e l’altro di dietro: ma sono sia ammaestrati e leggieri che ’l lione non gli tocca, perciochè ’l lione riguarda molto l’uomo. Poi il lione si mette a partire per trovare álbore, ove ponga le reni per mostrare il viso agli cani: e gli cani tuttavia lo mordono alle cosce e fannolo rivolgere or qua or lá; e l’uomo, ch’è a cavallo, sí lo seguita, percotendolo con sue saette molte volte, tanto che ’l lione cade morto; sí che non si puote difendere da uno uomo a cavallo con due buoni cani. Costoro hanno seta assai, e su per questo fiume va mercatanzia assai da ogni parte, [e altresí per gli reami di questo fiume]. E ancora andando su per questo fiume dodici giornate, si truova cittá e castella assai. La gente sono idole e sono al Gran Cane, e spendono monete di carte4: alcuna gente v’ha d’arme, alcuna di mercatanti e artefici. Di capo delle dodici giornate è Sindifu, di che questo libro parlò [p. 155 modifica]adrietro; di capo di queste dodici giornate, l’uomo cavalca bene settanta giornate per terre e per provincie, di che ne parlò questo libro adrietro; di capo delle settanta giornate l’uomo truova Cugni (Giugiu), ove noi fummo; di Cugni si parte e va quattro giornate trovando castella e cittá assai. E sono artefici e mercatanti, e sono al Gran Cane, e hanno moneta di carta. Di capo delle quattro giornate si truova Cacafu, ch’è della provincia del Cattai; e dirovvi sua usanza e suoi costumi, come voi potrete udire.

  1. Pad. e sono molto belli, li quali portano l’instade.
  2. Berl. che ivi sono cani de tanto ardire che i asaltano i lioni; e se ’l sono duo cani con uno omo, i alzideno uno grandissimo lione.
  3. Berl. Quando uno omo se tene in el camin, vano con uno arco e saete e con do cani. E quando li trova algun lione, i cani, i quali sono ardidi e ferozi, quando i vedeno i lioni, i vano contra arditamente, e quando quelli se volta inver’i cani, quelli se sano ben schivar, sí che el lion non li puoi tocar; ma el lion pia el camino e li cani el va cazando. E quando el lion vede questo, el se parte, e li cani el perseguita e mórdeghe le ganbe e la cosa (Fr. cuisses); e lo lion se volta feroze, ma no i puoi ferir...; e lo lion per el remor di cani tende d’andar ad uno albore...
  4. Berl. viveno de marcadanzia e d’arte.