Val di Fassa

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L ladin tel sistem formatif de la Val de Fascia: Dal ladin curicolèr al ladin veicolèr

Il ladino nel sistema formativo della Val di Fassa: Dal ladino curricolare al ladino veicolare

Mirella Florian Sorastanta de la Scola de Fascia, Poza/Fassa

1. La Val de Fascia desche valèda ladina e so sistem formatif

La Val de Fascia l’é una de la cinch valèdes ladines che à na economia che se basa soraldut sul turism. La val medema la è tel Trentin nord-orientèl e la é n coleament a l’autra valèdes tras desvalives jouves. La tol ite set comuns, en dut zirca 10.000 sentadins, che duc ensema ge dèsc vita al “Comun General de Fascia” desche forma aministrativa de l’identità de n popul e de n teritorie. La comunanza de Fascia se caraterisea storicamenter per formes de autogoern che da semper ge à garatà autonomia e democrazia: apontin chest l’é vegnù confermà da la legislazion provinzièla tant en materia de promozion e valorisazion de la mendranzes linguistiches, che tras la reforma istituzionèla co la fondazion del Comun General de Fascia.

Per chel che revèrda tel spezifich l sistem educatif, del 2000 duta la scoles de Fascia é vegnudes metudes ensema te n soul Istitut Comprensif e su chest anchecondì fèsc referiment: trei scolines, cinch scoles populères, trei scoles mesènes e trei scoles autes (la scola d’èrt che co la reforma l’é doventèda liceo artistich, l liceo scientifich e l liceo ladin di lengac nasciui de gra a la spartijon del liceo scientifich a endrez linguistich metù su del 2005/2006). En dut la Scola Ladina de Fascia à 1370 studenc.

Co la lege provinzièla n. 7 del 2004, l’é vegnù metù su la Sorastanza de la Scola Ladina de Fascia con funzions de coordenament e de soravèrda sun dut l sistem educatif de Fascia.

Vedon coluna che l’é la situazion soziolinguistica de noscia val. Cognon dir ghenao che te noscia val aon trei variantes de ladin: l “cazet” te la Val de sora, l “brach” tel zenter Val e l “moenat” tel paìsc de Moena. Dò che ge é vegnù dat lèrga al ladin te la publica aministrazion se à sentù l besegn de tor su na forma de standardisazion utola per omogeneisèr duta la documentazion. De segur l ladin no l vegn durà desche codesc comunicatif a la medema vida te duta la val: podon veder che l’é na bona doura del ladin tel zenter de la val, alincontra te la val de sora e ja Moena l ladin no l’é coscita slarià fora: chest fosc per la forta imigrazion e l svilup turistich che l’é stat te chisc ultimes tempes.

Podon dir che la globalisazion porta de gran richezes ma ence na gran meseria se no sion bogn de conservèr l’arpejon de na cultura e de n lengaz che nesc veies i ne à consegnà e cognon fèr a na vida de no jir a destrabonir su dut. L’ é opinion sparpagnèda scinamai te anter chi che laora te la scola che, te na otica che veit la globalisazion desche na realtà con chela che besegna fèr i conts, sostegnir l’ensegnament di lengac foresć fossa miec e più percacent respet a la trasmiscion del lengaz de la mère. Zenza ge tor demez zeche a la emportanza de studièr più lengac foresć, cogn vegnir sotrissà che l pluralism linguistich, ence chel che se referesc ai lengac de mendranza, l pel demò renforzèr la predisposizion a emparèr lengac neves.

Per n maor schiariment sun chel che l’è vegnù dit l’é giust meter al luster che ence te chest ultim an la Scola Ladina de Fascia à metù a jir n muie de ocajions acioche nesc joegn posse miorèr la cognoscenza di lengac foresć desche ingleis, todesch, rus e spagnol.

Tel moment che sion bogn de esser averc a la valorisazion de la desvalivanza che ne revèrda, l’é desmostrà, ence de gra a les esperienzes de d’etres stac europeans, che sion più atrezé linguisticamenter per ge fèr front a la comunicazion globala.

1. La Val di Fassa ladina e il suo sistema formativo (traduzione)

La Val di Fassa è una delle cinque vallate ladine che hanno un’economia basata prevalentemente sul turismo. La valle stessa è situata nel Trentino nord-orientale ed è in collegamento con le altre vallate ladine tramite i differenti passi dolomitici. Comprende sette comuni con complessivamente circa 10.000 cittadini, che insieme formano il “Comun General de Fascia” come forma amministrativa identitaria di un popolo e di un territorio.

La comunità della Val di Fassa si caratterizza storicamente per forme di autogoverno che da sempre le hanno garantito autonomia e democrazia: questo è stato confermato anche dalla legislazione provinciale sia in materia di promozione e di valorizzazione delle minoranze linguistiche, sia tramite la riforma istituzionale con la creazione del Comun General de Fascia.

Per quel che riguarda specificamente il sistema educativo, nel 2000 tutte le scuole della Val di Fassa sono state raggruppate in un unico Istituto Comprensivo, al quale oggigiorno fanno riferimento tre scuole materne, cinque scuole primarie, tre scuole secondarie di primo grado e tre scuole secondarie di secondo grado (l’Istituto d’Arte che con la riforma è diventato liceo artistico; il liceo scientifico e il liceo linguistico ladino nati dalla suddivisione del precedente liceo scientifico ad indirizzo linguistico istituito nel 2005/2006). Complessivamente la Scuola Ladina della Val di Fassa conta 1370 studenti.

Con la legge provinciale n. 7 del 2004 è stata istituita la Sorastanza de la Scola Ladina de Fascia con funzioni di coordinamento e di supervisione per tutto il sistema educativo della Val di Fassa.

Diamo ora un’occhiata alla situazione sociolinguistica della nostra vallata. Bisogna ricordare che all’interno della Val di Fassa coesistono tre varianti di ladino: il “cazet” nella parte alta, il “brach” nella parte centrale e il “moenat” nel paese di Moena. Dopo l’introduzione del ladino come lingua amministrativa si è avvertita la necessità di favorire uno standard fassano per uniformare la produzione scritta. Sicuramente il ladino non viene utilizzato come codice comunicativo alla stessa maniera in tutta la Val di Fassa: possiamo osservare un uso diffuso del ladino nella parte centrale, mentre nella parte alta e a Moena questo uso diminuisce, anche per la forte immigrazione e lo sviluppo turistico di questi ultimi decenni.

Possiamo affermare che la globalizzazione porta con sé una grande ricchezza ma anche un grande impoverimento, se non siamo in grado di conservare l’eredità culturale e linguistica che i nostri antenati ci hanno lasciato.

È opinione diffusa persino tra alcuni operatori scolastici che la migliore risposta alla globalizzazione incalzante sia quella di favorire lo studio delle lingue straniere a scapito della madrelingua di minoranza. Ma senza nulla togliere all’effettiva importanza di una buona conoscenza delle lingue straniere, va sottolineato che il pluralismo linguistico, che comprende anche il rispetto e il mantenimento delle lingue minoritarie, non fa che aumentare la predisposizione ad imparare lingue nuove.

A conferma di ciò, in quest’anno scolastico la Scola Ladina de Fascia ha organizzato numerose iniziative per favorire l’apprendimento delle lingue straniere quali l’inglese, il tedesco, il russo e lo spagnolo da parte degli studenti.

Nel momento in cui siamo in grado di essere aperti verso la valorizzazione delle diversità che ci riguardano, è dimostrato, anche grazie alle esperienze fatte in altri stati europei, che siamo più attrezzati linguisticamente a far fronte ai bisogni di una comunicazione sempre più globale.

2. Le istituzioni ladine in Val di Fassa

Sulla scorta di quanto premesso e, tenuto conto delle responsabilità esistenti per la diffusione e per la promozione della lingua ladina, la scuola ha, negli ultimi anni, avvertito la necessità di collaborare con le istituzioni locali nell’importante sfida di coinvolgere le nuove generazioni sulle tematiche linguistiche e identitarie sopra richiamate. Una particolare menzione deve essere fatta nei confronti delle istituzioni locali impegnate nel contesto:

– Istitut Cultural Ladin “Majon di Fascegn” istituito con la legge provinciale

del 14 agosto 1975 n. 29 che promuove e coordina la ricerca storica e linguistica oltre naturalmente a contribuire alla diffusione della lingua;

– Museo Ladin de Fascia aperto dall’Istituto alla fine degli anni Novanta, offre

mostre tematiche e percorsi didattici collaborando attivamente con la Scola Ladina de Fascia;

– Comun General de Fascia, soggetto di recente istituzione, che rappresenta

la comunità della Valle di Fassa ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo e la tutela esercitando le funzioni di governo e di gestione che sono trasferite dalla Provincia;

– Union di Ladins sezione dell’Union Generela dles Dolomites che lavora

per l’identità ladina in base all’articolo 1 del suo statuto.

3. Il quadro giuridico

Per quanto attiene ai percorsi scolastici va segnalato che all’insegnamento del ladino in forma curricolare si è affiancato l’insegnamento con modalità veicolare. Va detto che tale passaggio deve considerarsi qualitativamente importante ancorché non immediato e piuttosto difficile.

Anche sotto il profilo normativo e quindi ordinamentale abbiamo assistito negli anni ad una progressiva variazione del quadro stesso, al fine di meglio garantire l’obiettivo appena descritto. Si descrive con sintesi il quadro delle norme più rilevanti.

- Il primo Statuto di Autonomia della regione Trentino-Alto Adige del 1948

garantiva, in modo piuttosto generico, l’insegnamento del ladino nelle scuole elementari (scuola primaria).

- Il secondo Statuto di autonomia emanato con D.P.R. del 31 agosto 1972,

n. 670 entrato in vigore il 20 novembre 1972 all’art. 102 dispone specificamente che: “Nelle scuole dei comuni della Provincia di Trento ove è parlato il ladino è garantito l’insegnamento della lingua e della cultura ladina”.

- La legge provinciale 29 luglio 1976, n. 19 definisce quali sono i Comuni

della Provincia di Trento dove è parlato il ladino.

- Il D.P.R. 12 agosto 1976, n. 667 all’art. 4 stabiliva che “nelle scuole materne

dei comuni della Provincia ove è parlato il ladino, l’insegnante, se necessario, usa la lingua ladina nei rapporti con gli alunni che la parlino in famiglia al fine di avviarli gradualmente alla conoscenza della lingua italiana”. Era 1 “La sociazion … se cruzia de duc i problemes e i enteresc ladins e la vèrda de descedèr fora na coscienza ladina col defener e rencurèr l comun patrimonie de rejonèda, de cultura e de folclor. ... la ge va dò a la diretives de l‘Union Generèla, la chier de binèr e tegnir ensema i ladins fascegn e la laora dessema coi etres ladins dla Dolomites...”.

inoltre prevista l’assegnazione con precedenza assoluta ai docenti che documentassero la provenienza dai comuni ladini. Questo articolo è poi stato abrogato e modificato dal decreto legislativo 15 dicembre 1993, n. 592.

- La legge provinciale 21 marzo 1977, n. 13 all’art. 21 stabiliva che “nelle

scuole dell’infanzia dei comuni ladini nel rispetto delle forme espressive degli alunni appartenenti ad altro gruppo linguistico è usata la lingua ladina”.

- All’inizio degli anni Settanta si inizia ad insegnare un’ora di ladino nella

scuola elementare come disciplina facoltativa con la possibilità di esonero su richiesta dei genitori.

- La legge provinciale 28 ottobre 1985, n. 17 conosciuta anche come “Legge

Anesi”, stabilisce norme per la valorizzazione delle attività culturali, di stampa e ricreative delle popolazioni ladine.

- Il D.P.R. 15 luglio 1988, n. 405, all’art. 14 prevedeva:
a) l’insegnamento della lingua e della cultura ladina diventa insegnamento

curricolare

b) l’uso della lingua ladina quale strumento di insegnamento (ladino

veicolare)

c) l’insegnamento della cultura ladina anche nelle scuole secondarie
d) la precedenza assoluta per il reclutamento del personale insegnante che

dimostrasse la conoscenza della lingua e della cultura ladina tramite apposito esame.

- Ricordiamo anche la Delibera della G.P. 31 luglio 1988, n. 8570 che detta

norme “per la valorizzazione delle lingue e delle culture ladina, mochena e cimbra negli orientamenti dell’attività educativa della scuola dell’infanzia”.

- Il D. Lgs. 16 dicembre 1993, n. 592 modificato dal D. Lgs. n. 321 del 1997

ribadisce:

a) l’obbligatorietà dell’insegnamento della lingua e cultura ladina che viene

esteso a tutta la scuola dell’obbligo ed è previsto anche nella scuola secondaria di secondo grado con la possibilità di esonero per gli studenti con diploma di licenza conseguito in scuole diverse da quelle delle località ladine;

b) la lingua ladina come strumento di insegnamento: ladino veicolare in

tutte le scuole;

c) viene stabilito il principio di riserva di posto con precedenza assoluta

per i docenti in possesso dell’attestato di conoscenza della lingua e cultura ladina.

- La legge provinciale 13 febbraio 1997, n. 4 concernente “Insegnamento

della lingua e cultura ladina nella scuola dell’obbligo” da concreta applicazione a quanto disposto dalle norme di attuazione a tutela della minoranza ladina: stabilisce il curricolo per l’insegnamento del ladino nella scuola dell’obbligo prevedendo l’uso veicolare per almeno due ore in settimana.

Possiamo quindi dire che dall’anno scolastico 1997/98 si sono fatti ulteriori qualificanti passi verso il pieno riconoscimento delle istanze della comunità ladina della Valle di Fassa e della sua vocazione alla multiculturalità e all’apertura verso i popoli vicini e lontani. Possiamo essere contenti per due motivi:

1) l’introduzione del ladino curricolare nella scuola secondaria di primo grado

(scuola media) per un’ora settimanale ha permesso di dare maggiore continuità alla disciplina;

2) l’indicazione dell’uso veicolare della lingua ladina per l’insegnamento di altre

discipline ha offerto al ladino la dignità linguistica innalzandolo allo stesso livello di qualsiasi lingua maggioritaria. La libertà linguistica è il primo diritto che una persona appartenente ad una minoranza linguistica desidera vedersi riconosciuto. Aspirare ad usare la propria lingua in ogni ambito ed in ogni forma di comunicazione, nei rapporti con le istituzioni, nei media e nelle scuole per trasmettere qualsiasi contenuto, nonché in relazione con il proprio territorio significa voler vedere affermati dei bisogni fondamentali: poter essere se stessi e riconoscersi in un determinato gruppo. Questo permette un utilizzo completo della lingua minoritaria in ogni ambito, senza attribuzioni aprioristiche di ambiti delimitati (della serie: il ladino solo per fare folklore, l’italiano per lo studio e le cose importanti e l’inglese e il tedesco per cose ancora più importanti, moderne e innovative).

La particolare attenzione che l’attuale governo provinciale riserva alle minoranze lo possiamo vedere concretamente con l’approvazione della legge sulla scuola e della legge per le minoranze.

- Infatti la legge provinciale 7 agosto 2006, n. 5 contiene delle disposizioni

speciali per le minoranze linguistiche ed in particolare l’art. 3 garantisce l’insegnamento della cultura e della lingua ladina anche veicolare (oltre naturalmente alle lingue mochena e cimbra) e che riconosce, nel Titolo III “Disposizioni speciali per le minoranze linguistiche locali” e nel Capo I “Disposizioni speciali per la minoranza ladina” dall’art. 45 all’art. 50, alla Scola Ladina de Fascia un’organizzazione ancora più autonoma rispetto a quella delle altre istituzioni scolastiche della Provincia di Trento e traccia un modello fortemente collegato con le istituzioni territoriali e in particolare con il Comun General de Fascia.

- Di rilevante importanza la legge provinciale 19 giugno 2008, n. 6 “Norme

di tutela e promozione delle minoranze linguistiche locali” nella quale all’art. 17 ribadisce che la scuola garantisce l’insegnamento delle lingue e delle culture proprie delle comunità di minoranza e cura l’alfabetizzazione degli adulti attraverso appositi percorsi di formazione permanente.

4. La situazione attuale

Vorrei ora, in termini sintetici, illustrare la situazione educativa esistente ad oggi nei diversi ordini di scuola.

Attualmente nella scuola dell’infanzia l’uso del ladino è paritetico all’uso dell’italiano. Si sottolinea l’importanza di ciò in riferimento al fatto che tale assetto organizzativo crea una mentalità plurilingue e come questo sia stato preso in particolare considerazione dai legislatori (nel D.P.R. n. 667 del 12.08.1976, L.P. n. 13 del 21.03.1977, Delibera della G.P. n. 8570 del 31.07.1988 troviamo riferimenti specifici alla scuola dell’infanzia).

Nella scuola primaria il ladino è oggetto di insegnamento curricolare per un’ora in settimana e viene utilizzato come lingua veicolare per almeno due ore. Gli ambiti in cui è maggiormente usata la lingua ladina sono le educazioni motoria, dell’immagine e musicale. Risulta comunque interessante il fatto che si registra un progressivo aumento dell’uso veicolare della lingua anche nelle discipline storico-antropologiche e scientifiche, soprattutto grazie all’intenso lavoro dell’OLFED (l’Ofize Ladin Formazion e Enrescida Didatica, previsto dall’art. 50 della legge provinciale n. 5) che sviluppa ricerca – azione e prepara i materiali didattici per l’insegnamento delle diverse discipline.

Una particolare menzione va fatta con riferimento al progetto che è partito nell’anno scolastico 2010 – 2011 nella scuola primaria di Pozza e di Soraga. Il progetto bilingue “Una comunità che apprende – Na comunanza che empèra” vede un ampliamento dell’uso del ladino veicolare a 14 interventi, quindi circa la metà del tempo scuola. È stato chiamato così perché c’è la consapevolezza che il ladino che entrerà nelle famiglie attraverso i bambini potrà essere imparato ed apprezzato anche dai genitori che magari non hanno avuto una adeguata istruzione in tale lingua.

Nella progettazione di questo percorso è stato considerato il bilinguismo di partenza degli alunni un valore aggiunto e non un ostacolo sia perché, come è stato messo in luce da studiosi di diverse discipline, una persona che usa ed impara ad usare più lingue contemporaneamente è più predisposta ad apprenderne e ad usarne una terza, una quarta e perché no anche una quinta…, soprattutto se in tenera o giovane età.

I bambini iniziano lo studio del tedesco nella prima classe della scuola primaria e successivamente dalla terza classe viene introdotto anche l’inglese. L’obiettivo è quello di arrivare ad una adeguata conoscenza delle diverse lingue e alla possibilità di utilizzarle in ogni settore della vita quotidiana, nella quale ciascun individuo possa scegliere in modo realmente libero quale lingua utilizzare, cioè in modo da far dipendere tale scelta esclusivamente dalle conoscenze linguistiche dei propri interlocutori.

La conoscenza della lingua madre ha rappresentato, nel passato ma anche oggi, e a maggior ragione se si tratta di una lingua minoritaria, un modello culturale negativo che tendeva a compromettere l’apprendimento della lingua maggioritaria. Ora su questo tema si è aperto un dibattito che tende a considerare sullo stesso piano di importanza la lingua propria, quella maggioritaria e le lingue straniere concepite indifferentemente come discipline autonome o veicolari per trasmettere contenuti di altri insegnamenti. È utile precisare che, nell’ambito della nostra comunità, si sta sempre più diffondendo la consapevolezza che la lingua propria, nel nostro caso il ladino, utilizzata in ogni ambito deve essere vista non come un ostacolo ma come una risorsa che favorisce la comunicazione e predispone all’apprendimento di altre lingue. Per la buona riuscita di questa nuova proposta educativa identitaria è risultato strategico il coinvolgimento dei genitori, delle Amministrazioni dei due Comuni dove sono situate le scuole primarie, che insieme ai docenti delle classi interessate, ai referenti dell’OLFED, l’ufficio della Scola Ladina di Fassa che si interessa di formazione e ricerca, agli esperti dell’Università di Venezia (prof. Fabio Caon, prof.ssa Barbara d’Annunzio e prof.ssa Barbara Gramegna) e al Sorastant formano un gruppo di lavoro con il compito di accompagnare e monitorare le diverse fasi del progetto.

Nella scuola secondaria di primo grado l’impianto è lo stesso della scuola primaria: un’ora in settimana di insegnamento curricolare del ladino e almeno due ore di uso veicolare della lingua ladina per l’insegnamento delle diverse discipline. Fino all’anno 2009/2010 c’era un solo insegnante per tutte le 19 classi della scuola secondaria di primo grado: attualmente le ore di ladino sono state assegnate a più docenti dell’area linguistico-letteraria.

Il ladino nella scuola secondaria di secondo grado è stato introdotto come disciplina opzionale nell’anno scolastico 2005/2006 con la nascita del liceo scientifico ad indirizzo linguistico e all’istituto d’arte a partire dall’anno scolastico 2008/2009. Attualmente è presente in tutti gli indirizzi liceali. L’insegnamento della lingua e cultura ladina, previsto dal dettato legislativo, offre agli studenti ladinofoni l’opportunità di proseguire il percorso intrapreso nella scuola primaria e secondaria di primo grado. È prevista la richiesta di esonero da parte degli studenti che abbiano ottenuto il diploma della scuola secondaria di primo grado in scuole di località non-ladine. Inoltre per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado che hanno seguito tutto il percorso è prevista una sessione straordinaria dell’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua e cultura ladina per l’accesso alla pubblica amministrazione. La Scola Ladina de Fascia inoltre contribuisce ai lavori, che a livello provinciale sono in fase di svolgimento, per la costruzione dei nuovi curricoli della scuola secondaria di secondo grado in particolare per quanto attiene la lingua ladina.

Già da alcuni anni il Comitat de valutazion de la Scola Ladina de Fascia effettua dei test di ladino nelle classi finali per valutare le competenze acquisite a livello lessicale, ortografico, morfosintattico e di comprensione e produzione linguistica. I risultati paiono essere piuttosto buoni.

5. Progetti per il futuro

a) Proseguire nella produzione di materiale didattico a supporto dei progetti

di ladino curricolare e veicolare.

b) Garantire un’adeguata formazione ai docenti che insegnano il ladino, sia

curricolare che veicolare, dal momento che la qualità della scuola dipende dal loro lavoro. In questa prospettiva dal 22 agosto al 2 settembre 2011 presso il Liceo scientifico a Pozza di Fassa la Sorastanza, in collaborazione con il Servizio Minoranze Linguistiche della PAT, l’Università di Trento, l’Istituto Culturale Ladino e il Comun General de Fascia, attiverà la prima edizione della scuola estiva “Lingue locali e didattica” per dare la possibilità ai docenti e agli studenti universitari di conseguire i crediti necessari per accedere all’insegnamento curricolare e veicolare. I corsi di Letteratura Ladina, Antropologia alpina, Didattica delle Lingue Locali e Plurilinguismo avranno una durata ciascuno di 15 ore. La scuola estiva intende inoltre offrire un momento prezioso di scambio di esperienze e di confronto reciproco.

c) Attivare forme particolari di integrazione e raccordo con le Università della Regione che risultino finalizzate ad agevolare le transizioni dal mondo scolastico a quello accademico e viceversa. Develpai per voscia atenzion e i miores augures a la Repartizion ladina de jir inant sul troi del svilup!

Bibliografia

Iori, Vigilio (2007): La scuola ladina di Fassa. In: Istitut Pedagogich Ladin; Ntendënza per la scola di luesc ladins; Ministero della Pubblica Istruzione – Direzione Generale degli Affari Internazionali; Commissione Europea – Direzione Generale Formazione e Cultura (eds.): Progetto INFO. Individuazione di un modello di formazione per insegnanti operanti in aree plurilinguistiche con presenza di lingua minoritaria (Comenius 2.1). Stolfo, Marco (2003): La tutela delle lingue minoritarie tra pregiudizi teorici, contrasti ideologici e buoni motivi. In: Ianua 4, 1-