Il giornalino di Gian Burrasca/3 febbraio
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3 febbraio.
Oggi dopo desinare durante una riunione della nostra Società segreta abbiamo, tra altre cose, parlato anche della continuità di questa stomachevole minestra di riso, e ci siamo tutti trovati d’accordo nel pensare che sarebbe davvero ora di finirla.
Mario Michelozzi ha detto:
- Io ho un’idea. Se mi riesce di procurarmi i mezzi per metterla in esecuzione ve la comunicherò, e domanderò l’aiuto del nostro bravo Stoppani. -
Per me è un piacere di sentirmi così stimato dai ragazzi più grandi, e di godere tutta la loro fiducia, mentre gli altri ragazzetti della mia classe non son considerati nulla e non li guardano neppure.
Però c’è un mio compagno che ha l’età mia e si chiama Gigino Balestra il quale è un bravo figliolo e siamo diventati amici. Questo meriterebbe di entrare nella Società segreta perché mi pare fedele e sicuro... Ma prima voglio accertarmi meglio, perché mi dispiacerebbe troppo di farmi canzonare presentando un traditore.
Mi è venuta una lettera della mamma la quale mi dice tante belle cose e mi ha consolato un poco nella vita di collegio che è una vitaccia impossibile, sia per la mancanza di libertà, sia perché si mangia molto male, e più di tutto perché siamo lontani dalle nostre famiglie e, per quanto dicano di tener le veci dei nostri genitori, il signor Stanislao e la signora Geltrude non arriveranno mai a farei dimenticare il babbo e la mamma.