Il delatore
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III
IL DELATORE
Le orecchie intente, gli sguardi bassi,
tu come un’ombra segui i miei passi:
se un lieve accento muovo al compagno,
ratto ti sento sul mio calcagno,
5Va’, sciagurato! mi metti orrore;
sei delatore!
Ma, quando mangi pan guadagnato
con l’abbiettezza del tuo peccato,
la bieca larva del tradimento
10non ti sta presso? non n’hai spavento?
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
sei delatore!
Il sol la luce dovria negarti;
mai col tuo nome nessun chiamarti,
15ma con quell’altro, che ti dispensa
pane e vergogna sull’empia mensa.
Va’, sciagurato! mi metti orrore;
sei delatore!
Talora il ladro chiamo infelice,
20degna di pianto la meretrice;
da me un’ascosa lagrima ottiene
sin l’omicida stretto in catene:
ma tu, tu solo mi metti orrore;
sei delatore!
25Va’, sciagurato! cala il cappello,
ti ravviluppa nel tuo mantello,
e, se un istante sul cor ti pesa
la mia parola, cerca una chiesa,
e piangi, e grida: — Pietá! Signore;
30son delatore! —
Lá solamente, presso a quel trono,
può la tua colpa trovar perdono;
impauriti de’ tuoi tranelli,
piú sulla terra non hai fratelli.
35Va’, sciagurato! mi metti orrore;
sei delatore!