Il corsaro/Canto III/IX
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IX.
Volge
Le terga, e si dilegua; indarno tenta
Corrado favellar; sol quanto puote
Collo sguardo la segue, e poi coll’una
E l’altra man raccoglie la catena,
Sì che meno l’intrichi, e men tintinni,
E or che chiave, o cancel i passi suoi
Più non arresta, me’ che sue ritorte
A le membra il concedono, si tragge
Ratto di là; ma negro, e procelloso
È il Ciel, la via mal certa, e non armato
Che veglj, quì lampa non arde; fosco
Sol da lunge un baglior....Oh, fia ch’e’ il segua?
O l’indistinto pallido barlume
Dèe più cauto fuggir? Nol sa: dubbiezza
Guida il suo piè; s’innoltra infin che sente
Fresco, e siccome di vicina aurora
L’aere soffiar su la sua fronte; giugne
All’aperto verròn, vede la stella
Ultima de la notte, l’Orïente
Vede imbiancarsi, ma nol cura; luce
Ben altra il fére da solinga stanza;
Colà s’affretta; una mal chiusa porta
Svela, ma solo il raggio che v’alberga;
Sollecita, anelante, umana forma
Uscir ne scorge, soffermarsi, indietro
Volgersi,.... risostar,.... alfine,.... è dessa!
Non ferro ha ne la man, non segno scerne
Di colpa;....» Salve pïetosa!.... Il core
«Al ferìr non le resse!» Un altra fiata
Ei la rimira.. .. Oh ciel! Bieco, ed incerto
È l’occhio di colei, dal dì che spunta
Par che rifugga; l’ondeggiante, e bruna
Chioma che il volto e il vago sen nasconde,
Quasi giù tratta da la fronte china
A fisar dubbio, e spaventoso oggetto,
Su l’omero la donna alfin si caccia
Ei la rivede;.... ma sul ciglio,.... ignota,....
Obbliàta forse da la man tremante,
Una stilla!.... Il color fosco ne mira
E più non cerca,.... e abbrividisce.... Lieve,
Ma certo segno di delitto,.... è sangue!....