Il corsaro/Canto I/VIII
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VIII
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VIII
Ubbidiente, ahi troppo!
E presto vola, a ritentar su l’onde
L’usate stragi, ognun. Non incresciosa
Voce suonar s’udìo; duce è Corrado:
Chi fia l’audace, che un sol motto aggiunga220
Quando Corrado impon? Misterïoso
Solitario mortal, cui rado infiora
Un riso il labbro, cui più rado fugge
Un sospiro dal sen, de la sua turba
Anco al più tristo l’abbronzita guancia225
Fa sol col nome impallidir, ed arte
Tanta ha d’impero, che t’abbaglia, e guida
A suo talento. In cotal gelo stringe
I bassi cuor, e al suo voler congiugne
Lor fralezza così, che de’ lor petti230
Si fa difesa, e per ignota forza,
Di chi lo segue, a proprio merto ascrive
Ogni impresa, ogni gloria. Ahi, di natura
Fatal sentenza! Ovunque il Sole irraggi
Tal fu, tal sarà ognor! .... A prò d’un solo235
Stentino mille! .... Ma il meschin che suda
Non s’anga no; chi di sue spoglie è carco
Non accusi, non odj: oh, ben gli fora
Il soffrir lieve in umiltà di stato,
Se immaginar quanto sia grave il pondo240
D’aurei lacci potesse! .....