Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante/I Vita di Dante/IX. Come la lotta delle parti lo coinvolse

I Vita di Dante - IX. Come la lotta delle parti lo coinvolse

../VIII. Opposte vicende della vita pubblica di Dante ../X. Si maledice all'ingiusta condanna dell'esilio IncludiIntestazione 18 maggio 2022 25% Da definire

I Vita di Dante - VIII. Opposte vicende della vita pubblica di Dante I Vita di Dante - X. Si maledice all'ingiusta condanna dell'esilio

[p. 18 modifica]

VIII

OPPOSTE VICENDE DELLA VITA PUBBLICA DI DANTE

Natura generale è delle cose temporali, l’una l’altra tirarsi di dietro. La familiar cura trasse Dante alla publica, nella quale tanto l’avvilupparono li vani onori che alli publici olici congiunti sono, che, senza guardare donde s’era partito e dove andava con abbandonate redine, quasi tutto al governo di quella si diede; e fugli tanto in ciò la fortuna seconda, che niuna legazion s’ascoltava, a niuna si rispondea, niuna legge si fermava, niuna se ne abrogava, niuna pace si faceva, niuna guerra publica s’imprendeva, e brievemente niuna diliberazione, la quale alcuno pondo portasse, si pigliava, s’egli in ciò non dicesse prima la sua sentenzia. In lui tutta la publica fede, in lui ogni speranza, in lui sommariamente le divine cose e l’umane parevano esser fermate. Ma la Fortuna, volgitrice de’ nostri consigli e inimica d’ogni umano stato, comeché per alquanti anni nel colmo della sua rota gloriosamente reggendo il tenesse, assai diverso fine al principio recò a lui, in lei fidantesi di soperchio.

IX

COME LA LOTTA DELLE PARTI LO COINVOLSE

Era al tempo di costui la fiorentina cittadinanza in due parti perversissimamente divisa, e, con l’operazioni di sagacissimi e avveduti prencipi di quelle, era ciascuna assai possente; intanto che alcuna volta l’una e alcuna l’altra reggeva oltre al piacere della sottoposta. A volere riducere a unitá il partito corpo della sua republica, pose Dante ogni suo ingegno, ogni arte, ogni studio, mostrando a’ cittadini piú savi come le gran cose [p. 19 modifica] per la discordia in brieve tempo tornano al niente, e le picciole per la concordia crescere in infinito. Ma, poi che vide essere vana la sua fatica, e conobbe gli animi degli uditori ostinati; credendolo giudicio di Dio, prima propose di lasciar del tutto ogni publico oficio e vivere seco privatamente; poi dalla dolcezza della gloria tirato e dal vano favor popolesco e ancora dalle persuasioni de’maggiori; credendosi, oltre a questo, se tempo gli occorresse, molto piú di bene potere operare per la sua cittá, se nelle cose publiche fosse grande, che a sé privato e da quelle del tutto rimosso (oh stolta vaghezza degli umani splendori, quanto sono le tue forze maggiori, che creder non può chi provati non gli ha!): il maturo uomo e nel santo seno della filosofia allevato, nutricato e ammaestrato, al quale erano davanti dagli occhi i cadimenti de’ re antichi e de’ moderni, le desolazioni de’ regni, delle province e delle cittá e li furiosi impeti della Fortuna, niun altro cercanti che l’alte cose, non si seppe o non si potè dalla tua dolcezza guardare. Fermossi adunque Dante a volere seguire gli onori caduchi e la vana pompa dei publici ofici; e, veggendo che per se medesimo non potea una terza parte tenere, la quale, giustissima, l’ingiustizia deU’altre due abbattesse, tornandole ad unitá; con quella s’accostò, nella quale, secondo il suo giudicio, era piú di ragione e di giustizia; operando continuamente ciò che salutevole alla sua patria e a’ cittadini conoscea. Ma gli umani consigli le piu delle volte rimangon vinti dalle forze del cielo. Gli odii e l’animositá prese, ancora che sanza giusta cagione nati fossoro, di giorno in giorno divenivan maggiori, in tanto che non senza grandissima confusione de’ cittadini, piú volte si venne all’arme con intendimento di por fine alla lor lite col fuoco e col ferro: si accecati dall’ira, che non vedevano sé con quella miseramente perire. Ma, poi che ciascuna delle parti ebbe piú volte fatta pruova delle sue forze con vicendevoli danni dell’una e dell’altra; venuto il tempo che gli occulti consigli della minacciante fortuna si doveano scoprire, la fama, parimente del vero e del falso rapportatrice, nunziando gli avversari della parte presa da Dante, di maravigliosi e d’astuti consigli esser