Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 58
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Cap. 58. Del castigo per cavallo poltrone, vile, & infingardo, & che non riesce bene alla carriera.
A cavallo vile, perche per il poco animo che tiene, con i castighi aspri, lo potreste far ributtare, & divenir restivo, devete usar li castighi piacevolmente; & con grand’avertenza, di poi de’ qual non pretermetterete mai di farli le solite carezze, quando però corrisponda alla volontà vostra bene. Ma à caval poltrone & infingardo i castighi deveno essere usati gagliardi & aspri; devesi però anc’esso accarezzare al suo tempo, & luogo al solito. Ma non riuscendovi bene alla carriera con i castighi debiti, devete ingannarlo in questa guisa, lo trottarete un pezzo, & galopparete largo largo in quà, e in là senza tenervi ordine alcuno per una grande maesa, e dipoi lo aviarete per il dritto dove determinate di andar à pararlo, & rinforzando il galoppo à poco à poco & inanimando con quelli aiuti, che si richiedono, lo stringerete tanto, che al fine venghi al corso disteso, il quale non più sarà questa prima fiata, di un’honesto repelone. Et di poi d’una in un’altra volta con le istesse lettioni gli lo andarete accrescendo, e tanto, che venghi al corso di giusta carriera. Ma se pur questo non fosse assai ad inanimarlo al corso & farlo distendere come si deve, farete che spesso corra con altri cavalli in compagnia, & che alcuno gli corra di dietro sgridandolo & battendolo di bachettone sulla croppa; & quello à cavallo in luogo di sferza, habbi una scorriata da barbaro in mano con la quale lo cinga dall’una & dall’altra banda dietro alla croppa tutto à un tempo, aiutandolo anco con la voce conveniente. Galoppandolo anco in volta alle ruote larghe, e da quelle uscendo di furia andando fin dove lo volete parare gioverà molto. Perche il cavallo per uscir di quello impaccio presto, si sforzerà di correre à parare.