Il buon cuore - Anno XI, n. 05 - 3 febbraio 1912/Religione

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Educazione ed Istruzione Società Amici del bene

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Vangelo della domenica Settuagesima


Testo del Vangelo.

Disse il Signore Gesù a’ suoi Discepoli questa parabola: È simile il regno de’ cieli a un padre di famiglia, il quale andò di gran mattino a fermare dei lavoratori per la sua vigna. Ed avendo convenuto coi lavoratori a un denaro per giorno, mandolli alla sua vigna. Ed essendo uscito fuora circa all’ora terza, ne vide degli altri che se ne stavano per la piazza senza far nulla, e disse loro: Andate anche voi nella vigna, e darovvi quel che sarà di ragione. E quelli andarono. Uscì anche di bel nuovo circa l’ora sesta e la nona, e fece l’istesso. Circa l’undicesima poi uscì, e trovonne degli altri che stavano a sedere, e disse loro: perché state qui tutto il giorno in ozio? Quelli risposero: Perchè nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Venuta la sera il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama i lavoratori, e paga ad essi la mercede, cominciando dagli ultimi sino ai primi. Venuti adunque quelli che eran andati circa l’undicesima ora, ricevettero un denaro per ciascheduno. Venuti poi anche i primi, si pensarono di ricever di più: ma ebbero anch’essi un denaro per uno. E ricevutolo mormoravano contro del padre di famiglia, dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora, e gli hai uguagliati a noi, che abbiam portato il peso della giornata e del caldo. Ma egli rispose a un di loro, e disse: Amico, io non ti fo ingiustizia: non hai tu convenuto meco a un denaro? Piglia il tuo e vattene: io voglio dare anche a questo ultimo quanto a te. Non posso io dunque far quello che mi piace? Od è cattivo il tuo occhio, perchè io son buono? Così saranno ultimi i primi, e primi gli ultimi: imperocchè molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.

S. MATTEO, cap 20.


Pensieri.

La presente parabola ci offre tre insegnamenti: evidente l’azione misericordiosa di Dio, che non bada al come od al quando della nostra conversione: Egli ci accoglie in qualunque ora della nostra giornata — nostra perchè regalata — purchè veniamo a lui, quando Ci chiama.

Evidente pure il rimprovero fatto dal padrone — Dio — agli operai — a noi, sue creature.... La forma di richiamo assai forte mi pare possa essere un solenne avvertimento a noi, che passiamo in ozio — tralasciando anche piccola parte di bene — la grande giornata della vita.

Nella conclusione l’avvertimento ci giova: forse a noi è stato largita la chiamata di Dio da tempo, fra i primi, nelle prime ore della vita: ci parrebbe possibile di venire posposti a quelli che per avventura fossero chiamati dopo di noi? che a Dio si presentarono assai dopo? l’ultima ora forse? E che sarebbe di noi se fra i chiamati, fossimo poi esclusi dagli eletti?

Le apparenze danno ragione alla lamentela degli operai delle prime ore in confronto ai chiamati dell’undecima.

Con pari sodezza di ragione molte volte noi ci volgiamo alla Provvidenza che accusiamo di ingiustizia poichè a noi non ha dato pari gioie, piaceri, commodi dei nostri simili che ci affrettiamo a chiamare beati. Quanta ostinazione nel guardar sempre innanzi, a color che stanno meglio di noi: li osserviamo coll’occhio cattivo dell’invidia, ne critichiamo gli atti colla lingua della maldicenza.

Come vantiamo «il peso della giornata e del caldo!...» con quale prontezza scioriniamo i nostri meriti, le fatiche, i sacrifici domandando alla Provvidenza, a Dio una maggior retribuzione di beni... temporali e fugaci in confronto del fratello, del ricco, del fortunato!...

Davanti all’infinita bontà e larghezza di Dio esaminiamo queste lamentele.

Il nostro lamento è una doppia malvagità: una cattiveria contro Dio di cui si vede di mal occhio la generosa beneficenza; odiato Dio in una delle sue più amabili prerogative, la bontà la diffusione di se stesso, dei suoi doni: una malvagità verso i fratelli dei quali s’invidia la fortuna d’essere stati da Dio più beneficati. Enormezze morali!....

Abbiamo avuto il nostro: perchè domandare di più?!...

Se guardiamo a chi ebbe di più, facciamoci coraggio! guardiamo indietro verso l’infinita turba di chi ebbe di meno, dei disgraziati, di chi soffre privo d’ogni conforto, di chi ride colla morte nel cuore e nell’anima.

B. R.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OBLAZIONI.

Signora Rosa Lavizzate vedova Davicini |||
 L. 200 ―
In memoria di Pierino |||
   » 10 ―

SOCI AZIONISTI.

Donna Luisa Osculati Besozzi |||
 L. 5 ―
Signorina Sofia Osculati |||
   » 5 ―
Donna Emma Perego di Cremnago |||
   » 5 ―
Nobile signorino Ercole Perego di Cremnago |||
   » 5 ―
» signorina Luisa Perego di Cremnago |||
   » 5 ―
Signorina Lina Scaravaglio |||
   » 5 ―
» Maria Scaravaglio |||
   » 5 ―

CASA Dl RIPOSO PEI CIECHI VECCHI

OBLAZIONI.

Somma retro L. 7152 —

Signora Marianna Balestrini ricordando il suo compleanno |||
   » 10 ―


Totale L. 7562 —