Il buon cuore - Anno X, n. 37 - 9 settembre 1911/Religione

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Vangelo della domenica seconda dopo la Decollazione


Testo del Vangelo.

Diceva il Signore Gesù a’ suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore, ma al di dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi dai triboli? Così ogni buon albero porta buoni frutti; e ogni albero cattivo fa frutti cattivi. Non può un buon albero far frutti cattivi: nè un albero cattivo far frutti buoni. Qualunque pianta che non porti buon frutto, sarà tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro. Non tutti quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de’ cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, questi entrerà nel regno de’ cieli.

S. MATTEO, cap. 8.


Pensieri.

Suona grave la ammonizione evangelica: è un richiamo alla necessità, al dovere di un personale individuale controllo di coloro che si presentan come profeti, come mandati da Dio per guidare le anime, indirizzare gli spiriti.

Ci sono dice Gesù, i veri e i falsi profeti; nessun segno esteriore li distingue e nulla è importante quanto il riconoscerli, perchè guai a colui che segue una guida accecata o corrotta.

E veri e falsi profeti vengono-con parole ardenti con fare amichevole.... chi li discerne?

Non fidatevi, suona la parola di Gesù, di ciò che si dice dagli uni o dagli altri, giudicate voi stessi e giudicate dai frutti, vale a dire dalle opere, dalla vita vissuta.

Certo è più comodo prendere come a prestito giudizi fatti dagli altri, ma è ugualmente sicuro?

Se invece di credere alla esperienza propria gli apostoli e i primi discepoli si fossero appagati del giudizio che di Gesù facevano i maggiorenti fra gli Ebrei, invece di arguire Cristo l’avrebbero abbandonato ed essi pure ucciso come empio, bestemmiatore e folle.

Quando alla parola bandita non risponde la vita siam [p. 296 modifica]cauti e vediamo di non lasciarci fuorviare: le piante buone, leggiamo nel Vangelo, danno frutti buoni.

Ma quando alla parola risponde l’azione, oh, allora affidiamoci con sicurezza e non temiamo nessun rumore di voci contrarie o denigratrici.

Se chi predica il perdono delle offese, offeso, perdona e ha cuore fraterno per l’offensore (ho, se si potesse rilevare certe espressioni di anime sante!) se chi predica il sacrificio sa sacrificarsi, per l’edificazione delle anime, fino a vivere solo una parvenza di vita in mezzo a indicibili squallori; se chi predica la carità sa trovar modo di dare anche nella povertà.... Se Dio ci ha concesso di vedere un profeta predicante così, più con l’opera che con la parola, intoniamo il cantico della riconoscenza: Dio ha mandato il suo profeta verace per la nostra anima.

Le piante che non daranno buon frutto saran buttate al fuoco.

Non appena i profeti, ma tutti gli uomini son piante nel giardino del Padre e utte devon rendere il frutto loro.

Lo rendiamo noi? Noi, che abbiam prima la bocca di belle parole, quali sentimenti buoni abbiamo nel cuore e quali opere onorano la nostra vita e la nostra professione cristiana?

Oh! non è vero che spesso, troppo spesso, quando la lode o l’approvazione dei nostri fratelli ci ha raggiunti, noi abbiam provato come un senso di interiore vergogna, perchè quella lode immeritata pareva rendere più acuta la nostra indegnità?

Facciam frutti, frutti degni della nostra vocazione cristiana.