Il bugiardo/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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Il bugiardo L'autore a chi legge
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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNORE

NICCOLÒ BARBARIGO

SENATOR PRESTANTISSIMO1.


S
E tutti i Padroni miei, che amici sono di V. E., mi hanno benignamente concesso che dei nomi loro fregiar le Opere mie potessi, non diffido che simil grazia voglia eziandio accordarmi l’E. V., giacchè in codesta loro esemplare conversazione ho sempre osservato regnare una esattissima uniformità di pensieri. Ma siccome in ciascheduno di loro ammirasi in sommo grado una virtuosa modestia, per ragione di cui ho dovuto astenermi dal pubblicare i meriti, e i fregi, e le grandezze di tante illustri Famiglie, di tante eroiche Persone, la stessa legge osservare io deggio anche in questa mia umilissima Lettera, in cui senza un tal freno potrei diffondermi senza fine nei meriti di V. E., e in quelli della sua antichissima Casa. Conto per nulla tutti i favori della Fortuna a fronte di questo, d’essere io protetto da una sì ragguardevole comitiva di Mecenati, de’ quali un solo per avventura pregando, son certo del favore di tutti i miei Protettori.

A V. E., che con tal Nome benignamente mi onora, questa Commedia mia raccomando. Ella ha per titolo il Bugiardo, titolo che so per prova esserle odioso sopra ogni altra aborrita cosa del mondo. Pure cotal Commedia non le dispiacque; forse appunto per questo, perchè il Bugiardo è scoperto, e la verità finalmente trionfa.

Niuno certamente potrebbe dir ch’io mentissi, lodando in V. E. la Virtù, la Prudenza, la Religione, la Fortezza dell’animo, la Soavità de’ costumi. Potrei essere bensì rimproverato di non [p. 302 modifica]osservare la legge, che da principio dissi venirmi dalla Vostra moderazione imposta, che però considerando io ancora che gl’infiniti meriti Vostri si rendono vieppiù palesi nel luminosissimo grado in cui siete di Savio del Gran Consiglio2, impiegherò soltanto queste ultime righe a supplicare l’E. V. del suo benignissimo patrocinio, e d’impetrarmi vieppiù quello degli Eccellentissimi miei Padroni ed Amici Vostri, con che profondamento m’inchino3.

Di V. E.

Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv.
Carlo Goldoni


  1. «Nobile Patrizio Veneto» si legge nel t. I, p. 239, delle Commedie ed. Paperini di Firenze, dove questa lettera di dedica fu stampata la prima volta nella primavera del 1753.
  2. Ed. Paperini: che gl’infiniti meriti Vostri sono bastantemente palesi, e che serba a questi l’Augusta Patria la ricompensa, impiegherò ecc.
  3. Paper.: ed Amici vostri, in un tempo in cui ne ho tanto bisogno.