Russo

Aleksej Vasil'evič Kol'cov XIX secolo 1926 Alfredo Polledro Indice:Il Baretti - Anno III, n. 1, Torino, 1926.djvu Letteratura Il bosco Intestazione 23 settembre 2021 100% Poesie

Questo testo fa parte della raccolta Il Baretti - Anno III, n. 1


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Il bosco

(Alla memoria di A. S. Puskin)


Perchè, selvaggio bosco,
ti sei fatto pensoso?
di mestizia scura
ti sei annebbiato?

Perchè, Atletico Bovà1,
incantato,
con discoverta
testa nella lotta,

ristai a capo chino,
e non combatti
con la passeggera
nuvolosa procella?

Il foltofronzuto
tuo verde casco
l’impetuoso turbine strappò
o sparpagliò nella polvere;

il manto cadde ai piedi
e si disperse...
Tu stai a capo chino
e non combatti.

Dove mai finì
l’alta eloquenza,
la forza orgogliosa,
il valore regale?

Tu avevi una volta
nella notte taciturna
un traboccante canto
d’usignolo.

Tu avevi una volta
giorni di fasto,
l’amico e il nemico tuo
rinfrescavansi.

Tu usavi una volta
a tarda sera
minaccioso con la tempesta
conversare;

spalancava essa
la nuvola nera,
t’abbracciava
col vento freddo,

e tu dicevi a lei
con fragorosa voce:
«torna indietro!
sta lontana!

Turbina essa,
si sferra,
vacilla il tuo petto,
prendi a barcollare.

Riscotendoti,
mugghi a distesa,
solo sibili intorno,
voci o rombo...

La bufera piangola
e con voce bjèseji, di strega,2
e porta le sue nuvole
oltre il mare

Ov’è mai ora la tua
vigoria verde?
Annerrito sei tutto,
velato di nebbia,

inselvatichito, muto;
solo, nel maltempo,
urli un lamento
per la sventura...

Così è, cupo bosco,
eroe Bovà!
Tu l’intera tua vita
logorasti con le battaglie.

Non ti domarono
i forti,
ti fece a brani
l’autunno nero.

Certo, nell’ora del sonno
sul disarmato
forze ostili
s’avventarono,

dall’eroiche spalle
staccaron la testa:
non con la spada,3
ma con una pagliuzza...

Note

  1. Antico eroe popolare, dal quale s’intitola, oltre alla diffusissima fiaba del «Reuccio Bovà» un frammento di poema del Pùskin sedicenne. La figura di Bovà, come mostrò il Vesselòvskij, non è che la russificazione del noto Bovo o Buono d’Antona dei nostri romanzi popolari di cavalleria.
  2. Il bjèsrij, o spirito boschereccio, selvaggio o malefico, che sghignazza nelle selve e trae il viandante nel più folto di esse, è una delle due principali divinità naturali, dalla mitologia finnica trasmesse agli antichi slavi, ancora semipagani: l’altra è il vodjanòj, o spirito delle acque.
  3. Lett.: «non con grande montagna», ma credo, in questo caso, di dover tradurre liberamente, seguendo solo lo spirito dell’originale.