Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo XXX

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXX
Illustrazioni al Libro V - Capitolo XXIX Illustrazioni al Libro V - Capitolo XXXI
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e

che la varia li’zione Liipica sia da doversi scrivere L’upica.

Nella Crusca alla voce Poìa, Franco Sacchetti Op. div. 90; recita quasi alla lettera questo medesimo fatto; ma nella lezione: «E poi traggono tutte le penne vecchie, e cavano loro gli occhi, e covangli infino a tanto che le penne sono loro rimesse» leggi, e corano loro gii occhi. — S’io dico ver, l’effetto noi nasconde.

Capitolo XXIX.

Postilla il Carrer: Questo «ver ceselle» non era nell’edizione del secolo XV. Prima ve ’l pose r edizione 1528, copiata da quella del 1533.

Capitolo XXX.

La notizia presente sul pellicano, è tratta da s. Agostino (in psahn. CI), e da s. Isidoro (Chngin. Uh. XII). La distinzione delle due specie di pellicani, è tratta da s. Girolamo nel commento al medesimo salmo CL

Note sono queste tavole sul pellicano credute dagli antichi. Se la Bibbia ne parla, e la Chiesa poi

le ripete, come credenze popolai’). cIipccIk’ dira il [p. 299 modifica]

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maestro, restano favole, non avendo nessuna autorità divina costituita la Chiesa maestra delle scienze naturali, nò dichiarata per queste dottrine libro di testo la Bibbia. Troppo noto è il fatto di Galileo.

Il pellicano ha la mandibola inferioi-e formata da due rami ossei, depressi, flessibili, ed uniti alla punta, d’onde è sospesa una pelle iprnuda a forma di borsa. Questa borsa o tasca, espansiva di molta elasticità, può contenere molta copia di pesce, del quale il pellicano va in caccia con rara destrezza. Ne mette in serbo gran parte, per suo cibo o de’ suoi tigiiuoli. Nel nutricare i quali, preme la mandibola inferiore contro il collo ed il petto per meglio mandar fuori i pesci nascosti nella tasca, del sangue dei quali ò spesso intrisa, come altresì le biai«che piume del suo petto. Di qui la tàvola, che questo uccello si squarci il petto per nutrire col proprio sangue la prole.

Capitolo XXXI.

Il Fior di virtù, ca(). XXI ha eguali novelle intorno alla pernice.

Udiamo il maestro del maestro: Dimicatur circa connubium, victosque credunt foeminarum vice vénérera sustinere. Ii)sas libido sic agitât, si ventus a masculis flaverit, ut fiant praegnantos odore.... Tunc si quis homiuum. ubi incubant appropinquabit, e