Il Parlamento del Regno d'Italia/Giuseppe Arconati Visconti

Giuseppe Arconati Visconti

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Ferdinando Andreucci Luigi Anelli
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È nato a Milano nel 1797, d’una delle più antiche e nobili famiglie di questa città.

Compromessosi gravemente nella rivoluzione del 1821, fu giudicato in contumacia e condannato a morte dal governo austriaco nel 1823.

Refugiatosi nel Belgio e ivi stabilitosi, possedendovi vaste proprietà provenutegli dalla successione della di lui ava paterna, che apparteneva all’illustre stirpe dei conti di Scokart, intraprese importanti viaggi in Francia, in Germania, in Inghilterra e in Olanda.

Verso la fine del 1839, allorchè l’Austria accordò amnistia pei delitti politici, il marchese Arconati-Visconti non volle neppure rimpatriare, contentandosi di [p. 36 modifica]domandare ed ottenere dall’aborrito governo straniero l’emigrazione legale.

Sopraggiunti finalmente tempi più prosperi per l’Italia, l’Arconati-Visconti, che amando vivissimamente il suo paese — niuno di tate amore potè dare più incontestabili prove — aveva dovuto rimanerne assente per ben ventisette anni, rientrò nel 1848, e visitata per poco la nativa città — per poco, chè il ritorno del nemico oppressore nel ricacciava di già — si fissò in Piemonte, ov’egli ha vasti possessi.

Eletto deputato fin dal 1849 dal collegio di Vigevano, che nelle elezioni generali successive gli ha sempre confermato il mandato, egli è stato ultimamente inviato al primo Parlamento del regno italico dagli elettori di Cuggiono nella provincia di Milano.

Nominato grande ufficiale dell’ordine cavalleresco dei Ss. Maurizio e Lazzaro, quando or non ha guari S. M. Vittorio Emmanuele visitò in modo sì solenne l’augusta capitale della Lombardia, il marchese Arconati-Visconti prosegue, e colla sua assidua presenza alla Camera, ove appoggia costantemente la politica liberale e italiana del conte di Cavour, e col suo mecenatismo verso i letterali e gli artisti, e colle mille sue opere di non comune beneficenza, a rendersi utile al paese e sempre più meritevole della stima e dell’ammirazione universale.


[p. XIV modifica]Giuseppe Arconati Visconti.