Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/LXIV - Quanto di te, superbo e crudo Amore
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LXIV.
Amore ha bisogno degli strali per ferire. Alla Mencia bastano i begli occhi, gli atti gravi, le dolci parole.
Quanto di te, superbo e crudo Amore,
Più la mia Donna possa, da vostr’opre
Si vede chiar. Che tu gli strali adopre
4Forz’è, se vuoi del mondo esser signore:
Ma senza lei che fai? s’in tuo favore
Que’ suoi begli occhi vaga non discopre,
Eterno ghiaccio le tue fiamme copre,
8Nè sei potente pur scaldar un core.
Ch’Ella per sè con gli occhi, ed atti gravi,
Con le maniere belle, e parlar dolce
11Tutt’i mortali infiamma, prende e lega.
E l’alme vinte sì leggiadra molce,
E fa parer le pene sì soavi.
14Che teco il mondo a riverirla piega.
Note
V. 2. Vostr’opre, le tue e le sue azioni.
V. 9. Atti gravi, solenni, composti; belle maniere, bei modi, dolci parole come a perfetta gentildonna si conviene. Non si dimentichi che è il tempo in cui il Castiglione detta il Cortegiano, il Della Casa il Galateo, Stefano Guazzo La Civil Conversazione, codificando ed esemplificando le regole della bella cortesia e del bel costume.
V. 14. Teco, con te, o Amore non più — come nel v. 1 — crudele e superbo.