I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro II - VII

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CAPITOLO VII.

Dell’Atrio Testugginato, e della casa privata degli Antichi Romani.

OLtre le sopraddette maniere d’Atrj un’altra appresso gli Antichi fu molto in uso e da loro detta testugginata: e perchè questa parte è difficilissima per l’oscurità di Vitruvio e degna di molta avvertenza; io ne dirò quel che ne credo, aggiungendovi ancora la disposizione degli Oeci, o Salotti, Cancellarie, Tinelli, Bagni, ed altri luoghi in modo che nel seguente disegno si averanno tutte le parti della casa privata poste ne’ luoghi suoi secondo Vitruvio. L’Atrio è lungo per la diagonale del quadrato della larghezza ed è alto fin sotto il trave limitare, quanto egli è largo. Le stanze, che gli sono accanto, sono manco alte sei piedi: e sopra i muri che le dividono dall’Atrio; vi sono alcuni pilastri, che tolgono suso la testudine, o coperta dell’Atrio: e per le distanze, che sono fra quelli egli riceve il lume: e le stanze poi hanno sopra un terrazzato scoperto. Rincontro all’entrata è il Tablino: il quale è per una delle due parti e mezza della larghezza dell’Atrio: e servivano questi luoghi, come altrove ho detto, a ripor le imagini e statue de’ maggiori. Più avanti si trova il Peristilio: il quale ha i portici intorno larghi quanto sono lunghe le colonne. Le stanze sono della medesima larghezza e sono alte fino all’imposta de’ volti, quanto larghe, ed i volti hanno di frezza il terzo della larghezza. Più sorti di Oeci sono descritti da Vitruvio, (erano questi Sale, over Salotti, nei quali si facevano i conviti e le feste e stavano le donne a lavorare) cioè i Tetrastili, così detti perchè vi erano quattro colonne: i Corinthj, i quali avevano intorno meze colonne: gli Egittj: i quali sopra le prime colonne erano chiusi da un muro con meze colonne al diritto delle prime e la quarta parte minori: ne gl’intercolunnj erano le fenestre, dalle quali riceveva il lume il luogo di mezzo: L’altezza delle logge, ch’erano d’intorno, non passava le prime colonne e sopra vi era discoperto, ed un corritore, o poggiuolo intorno. Di ciascuno di questi saranno posti i disegni da per se. Gli Oeci quadrati erano luoghi da stare al fresco l’estate: e guardavano sopra giardini, ed altre uerdure. Vi si facevano ancora altri Oeci, che chiamavano Ciziceni: i quali servivano ancor essi a i comodi sopraddetti. Le Cancellarie e Librarie erano in luoghi convenevoli verso l’Oriente; ed i Ticlini, i quali erano luoghi dove mangiavano. Vi erano ancora i bagni per gli uomini e per le donne: i quali io gli ho disegnati nell’ultima parte della casa. [p. 63 modifica]

A. Atrio.
B. Tablino.
C. Peristilio.
D. Salotti Corintj.
E. Salotti di quattro colonne.
F. Basilica.
G. Luoghi per la Estate.
H. Stanze.
K. Librerie.

Il disegno che segue è di questo istesso Atrio in forma maggiore.

D. Atrio.
E. Finestre che danno lume all’Atrio.
F. Porta del Tablino.
G. Tablino.
H. Portico del Cortile.
I. Loggia avanti all’Atrio.
K. Cortile.
L. Stanze introno all’Atrio.
M. Loggie.
N. Trave limitare, ovvero fregio dell’Atrio.
O. Parte delle Sale Corintie.
P. Luogo discoperto sopra il quale viene il lume nell’Atrio.
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