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Armillaria robusta

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Armillaria robusta Alb. et Schw. (Ag. caussetta Barla) — Tav. XVI.

Ital. Agarico robusto. Franc. Le robuste Ted. Starker Blatterschwamm.

Ha cappello da convesso spianato e depresso, di colore rossomattone vivo fulvo-ranciato o castagno-fulvo, con epidermide fibrosa, screpolata longitudinalmente al margine ed in piccolissime squame al centro; lamelle spesse, bianche, poi macchiate, del colore del cappello, verso il gambo rotondato-libere o sinuato-appressate; gambo solido, sopra l'anello bianco, coperto di piccoli fiocchi, sotto l’anello del medesimo colore del cappello, con fibrille longitudinali piccole squame che scompaiono nel fungo vecchio: carne bianca, al taglio diventante color aurora, di odore leggiero, non tanto grato e di sapore dolcigno; basidii clavati, 25-35 × 4-5 μ. spore bianche, ovato-oblunghe, con goccia oleosa, 5-6 × 3 μ.

Nasce nei pineti della zona della vite solitario o a cespi. Si può mangiare con piena sicurezza; però non è tanto gradevole per la carne un po’ tenace ed amarognola. Sulla costa mediterranea (Genova-Nizza) è molto più frequente ed è consumato in grande quantità dalle gente di campagna che lo conosce sotto il nome di Caussetta. Si deve badare di non confonderlo coll’Armillaria aurantia (Tav. XVIII), specie sospetta e frequente anche nelle selve di montagna, dove manca o è molto rara l’Armillaria robusta. Spiegazione delle figure: a Cespo di individui completamente sviluppati, b Individuo sezionato, c Basidii. d Spore.