<dc:title> I fioretti di Sancto Francesco </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Anonimo</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_I&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20240628070113</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_I&oldid=-20240628070113
I fioretti di Sancto Francesco AnonimoAnonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu
Al nome di Cristo, a dí 31 di maggio 1396, la vigilia della Pasqua dello corpo suo cominciano i Fioretti di sancto Francesco
Cap. I.
Messere sancto Francesco, allo cominciamento dello Ordine, suo elesse xij. compagni, siccome Cristo xij. apostoli; dei quali uno de’ xij. apostoli s’impiccò, ciò fu Giuda; cosí uno de’ xij. compagni di Sancto Francesco s’impiccò, cioè fu frate Giovanni della Cappella, s’impiccò sé medesimo per la gola.
E
prima da considerare, che il grolioso messere sancto Francesco in tutti gli atti della vita sua fu conformato a Cristo: imperò che, come Cristo nello principio della sua predicazione elesse xij. apostoli, a dispregiare ogni cosa mondana e se[p. 2modifica]guitare lui in povertà e nelle altre virtú; cosí sancto Francesco elesse allo principio dello fondamento dello ordine suo xij. compagni, professori della altissima povertà; e come uno de’ xij. apostoli di Cristo, riprovato da Dio, finalmente s’impiccò per la gola: cosí uno de’ xij. compagni di sancto Francesco, il quale ebbe nome frate Giovanni della Cappella, apòstata, finalmente impiccò sé medesimo per la gola. E questo è alli eletti grande assempro e materia di umiltà e di timore, considerando che nullo è certo di dovere perseverare infino alla fine nella grazia di Dio. E come quelli xij. apostoli furono a tutto il mondo maravigliosi di santità e pieni dello Spirito sancto, cosí quelli santissimi compagnj di sancto Francesco furono uomini di tanta santità, che dallo tempo delli apostoli in qua il mondo non ebbe cosí maravigliosi et santi uomini; imperò che alcuno di loro fu ratto infino allo terzo cielo, come sancto Paolo, e questi fu frate Egidio; alcuno di loro, cioè frate Filippo Lungo, fu toccato le labbra dallo Agnolo collo carbone del fuoco, come fu Isaia profeta; alcuno di loro, cioè frate Salvestro, parlava con Dio, come fa l’uno amico coll’altro, a modo che fece Moisè; alcuno volava per sottilità d’intelletto infino alla luce della divina sapienza, come l’Aquila, cioè Giovanni Vangelista, e quelli fu frate Bernardo umilissimo, Il quale profondissimamente isponeva la sancta Scrittura; alcuno di loro fu [p. 3modifica][p. 4modifica]santificato da Dio e canonizzato in cielo, vivendo elli ancóra nello mondo; questi fu Frate Ruffino, gentile uomo d’Ascesi. E cosí tutti furono privilegiati di singulare segno di santità, siccome nello processo si dichiarerà.