I clienti
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti italiani
I CLIENTI.1
Infra i patrizi e noi v’ha un ceto medio,
Infarcito d’orgogli e di speranze,
Che notte e dì ne le dorate stanze
Cerchia i signor di rispettoso assedio.
Mastri di ludi e gozzoviglie e danze
Fugan da lor de le grandezze il tedio,
E in un sorriso o due trovan rimedio
A mille ritrosie, sdegni e burbanze.
Tutti lincei coll’alta classe e ricca,
Miopi con noi, nessun di lor ci vede,
non ci guarda, o nel guardarci ammicca.
Noi frattanto moviam libero il piede,
Né com’essi vendiam per una micca
Il nostro onor, la cortesia, la fede.
24 novembre 1858.
FINE DELL’OPERA.
Note
- ↑ [Dalle cit. Poesie inedite; vol. IV, pag. 26.]