I Persiani (Eschilo-Alfieri)/Atto V/Scena ultima
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SERSE, CORO
- Serse
Ahi me infelice! ahi me, sovra cui piomba
Destin sì atroce, e non previsto mai!
Fortuna oh quanto ai Persi cruda! ed io
Pur la sopporto? Il cor, la lena, mancanmi
Nel riveder questo senil consesso
D’orbi padri. Deh, Giove, infra quei prodi
Perchè nel campo anch’io non giacqui estinto?
- Coro
Dove, o Re, dove i Forti nostri? il lustro
Del regno immenso Persico? Maligno
Invido Nume disperdeali. Chiede
Lagrimosa la Persia i giovanili
Suoi parti, cui con sì gran calca all’Orco
Sospinti ha Serse. Le migliaja a mille:
Il fior d’Asia e dell’arco; abitatori
Già d’Ecbatána, al Tartaro n’andáro.
- Serse
Ahi valor chiaro! ahi?
- Coro
Giace al suol prostesa
L’Asia immobile, o Re, da enorme pondo
Oppressata.
- Serse
Oimé misero! e quell’io
Quell’io mi son, che il grand’eccidio adduce
Alla mia stirpe, alla mia patria terra!
- Coro
Pel tuo ritorno udrai
Tutti noi schiamazzanti,
Tutti noi sospiranti;
E pianti e pianti,
Funesto suon de’ Mariandini lai.
- Serse
Lugubre lagrimevole
Tetro echeggiante suono
Le labbra vostre innalzino,
Poichè scopo alla sorte invidia i’ sono.
- Coro
Certo dorremci, e molto,
(Senza cessar dal venerarti pure)
Pel gran popol sepolto
Nelle invan flagellate onde secure,
Da cui tutto n’è tolto.
Piangeremo, ululeremo,
Poichè il Greco Marte avverso
Ha disperso,
Ha sommerso
In notte eterna il fior de’ Persi estremo.
- Serse
A vicenda piangete,
A vicenda chiedete
Di cui saper vi aggrada.
- Coro
U’ degli amici, ov’è, l’immenso stuolo?
Dove i Sátrapi tuoi? quel senza pari
Farandáce? ov’è Susa, ove Agabáte?
E Pelagóne, e Dotamánte, e Psámmi;
E Susiscáne, ond’orba essi Ecbatána?
- Serse
Di Salamína in su le dure spiagge
Sospinti, estinti io li lasciai; nè tomba
Altra che il lido s’ebbero, gittati
Fuor delle Tirie navi.
- Coro
Oimè! che narri?
E il buon Farnúco, e Ariomárdo prode;
E il Re Sebálce; e, invidíato padre,
Liléo; di loro, e in un ti chieggio io conto
Di Masistre, e di Táribo, e di Memfi,
E d’Istácme, e di Artémbare...
- Serse
Ahi me misero!
In un conflitto tutti, all’odíoso
Cospetto ostile dell’antiqua Atene,
Infelici cadevano fra i palpiti
Di víolenta morte.
- Coro
E in un con essi
Cadea fors’anco il tuo fidissim’occhio,
Quell’annoverator delle migliaja
E migliaja di Persi, Alpisto, il figlio
Di Batámoco, a Sésamo nipote,
E bisnipote a Megabáte? ivi anco,
Dimmi, lasciasti il magno Ebare? quivi
Anco Partéo lasciasti?
- Serse
Oh di nemici
Fera possanza!
- Coro
Ai generosi Persi
Infortunj presaghi d’infortunj
Sono il tuo dire.
- Serse
In rammentarmi a nome
Lo stuol di prodi tanti, oimè! tu innaspri
Vieppiù la piaga del dolore: a brani
Squarciami il cor pietade.
- Coro
E sì pur d’altri
Pianger n’è forza: il Duce egregio Mardo
Di diecimila Capo; e Zante, e il Marte
Ancáre; e i reggitori de’Cavalli
Arsáce con Diéxi, e Cigdagate,
E l’ardito Litínne, insaziabile
D’asta maestro.
- Serse
Estinti, estinti;
E non sepolti in pompa, attorníati
D’alto velati carri, e di piangenti
Seguitanti guerrieri: ah no; quali vili
Saccomanni d’esercito sen giacciono
Sconosciuti; ahi, sen giaciono!
- Coro
Oh lor miseri!
Oh sventurati, il perir vostro ergea
Di avversa sorte inopinato e chiaro
Monumento, qual Nemesi l’avrebbe
A di lei posta eretto.
- Serse
Annichilati;
E il siam per sempre.
- Coro
Annichilati: il vede
Intero il mondo: ahi nuovi danni! ahi nuovi
Danni! Oh dei Persi sventurato scontro
In quelle Jonie prore!
- Serse
Una sì fatta
Armata, oimè! quasi nol credo: ahi come
Ciò avvenne!
- Coro
E come no? Salvar l’armata,
Dove fian spenti i Duci?
- Serse
Ecco, (tu ’l vedi)
Di cotanta mia possa ecco l’avanzo.
- Coro
Il veggo, il veggo.
- Serse
Questo sol turcasso...
- Coro
Ahi! che di’ tu?
- Serse
Sì, questo solo, e orbato
De’ dardi suoi.
- Coro
Di sì gran possa ahi quale
Misero avanzo!
- Serse
E ogni soccorso è al vento.
- Coro
Non sfuggon dunque la battaglia i Greci?
- Serse
Scogli stann’essi: e inaspettata io n’ebbi
La trista prova.
- Coro
Di lor navi all’urto
Le sperperate navi nostre accenni?
- Serse
Pur troppo! e in ciò veder, squarciavam’io
Disperato le vesti.
- Coro
Ahi giorno! ahi sorte!
- Serse
Nullo ahi si agguaglia a duol cotanto.
- Coro
Ah! nullo,
Centuplicato anco foss’egli.
- Serse
E il nostro
Pianto, ai nemici è gioja.
- Coro
E il nervo è tronco...
- Serse
E nè pur Guardie ho più...
- Coro
Dai vasti flutti
Coi Fidi assorte....
- Serse
Ah! pianto, e pianto, e pianto
Versate: ai Lari omai tornate.
- Coro
Oh guai!
Or senza fine guai!
- Serse
Gli ululi vostri,
Deh, faccian eco agli ululati miei!
- Coro
Lai renderem per lai.
- Serse
Funeste note
Di gemiti.
- Coro
Di gemiti.
- Serse
Oh sventura,
Cui niuna è pari!
- Coro
Indi più intenso è il duolo.
- Serse
Singhiozzate; percuotetevi
Per lo Re vostro il petto; singhiozzate....
- Coro
Siam di lagrime fiumi....
- Serse
E rispondetemi,
Contraccambiando fremiti con fremiti.
- Coro
Questo è il pianto, o Re, che giovaci.
- Serse
Pianto, pianto, pianto innalzisi.
- Coro
Atra cupa gemebonda
Voce risponda dai petti squarciati.
- Serse
Squarcinsi, squarcinsi:
E le funeree s’odan strida Misie,
- Coro
Sepolcrali, terribili...
- Serse
A norma mia svelletevi
Il folto onor dei mal canuti menti.
- Coro
Svelgasi, svelgasi; e ognor più spingasi.
- Serse
Urlate, urlate.1
- Coro
Altro non facciasi.
- Serse
E gli ammanti con man fere strappatevi.
- Coro
Piangendo strappinsi.
- Serse
E i crini sterpansi.
Dove, ahi, dove l’esercito!...
- Coro
Si sterpano
I crini, sterpansi; e ognor più piangasi.
- Serse
Gli occhi in lagrime stemprinsi.
- Coro
Si stemprino.
- Serse
Contraccambiamci gemiti con gemiti.
- Coro
Ahi noi miseri! ahi miseri!
- Serse
Ma tempo
È di tornarne lagrimando ai Lari.
- Coro
Ahi Persia! ahi terra sventurata?
- Serse
Ahi Susa!
Sciagurata cittade!
- Coro
Infelicissima!
- Serse
Itene lenti, piangenti, gementi.
- Coro
Ahi Persia, ahi terra sventurata!
- Serse
Ahi possa
Annichilata di triremi tante!
- Coro
Fatti a te siam corteggio luttuoso.
Note
- ↑ Questo lagrimevole duetto parrà alquanto prolisso: forse ajutato della Musica riusciva più tollerabile; e a stringerlo in due parole, non viene a dir altro, se non se, Piangete, Piangiamo. Ma è uffizio del Traduttore il rendere tutto il Testo intero, senza altre mutazioni, che le indispensabili per non farsi canzonare.