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Al magnifico e nobilissimo signore il signor Antonio da Feltro nostro amicissimo

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Al magnifico e nobilissimo signore il signor Antonio da Feltro nostro amicissimo
Parte prima Parte prima - Lo Svegliato academico Peregrino ai lettori

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al magnifico e nobilissimo signore

IL SIGNOR ANTONIO DA FELTRO

nostro amicissimo

GLI ACADEMICI PEREGRINI SALUTE.

Vogliono, eccellente signore, i nostri sapienti maestri che non sia la piú bella cosa che la congregazione di molti buoni popoli adunati insieme per bene publico e utile particolare l’uno dell’altro. E questa pare che fosse la prima cosa che accettasse il mondo, del viver tutti gli uomini uniti insieme; e da questa unione son venute a crescere, le cittá e le terre, mirabili: poi, secondo Platone, furon trovate le republiche, e le formiche ne furono inventrici; e le compresero gli uomini per veder sempre quegli animali andare di pari, travagliarsi equalmente, provedere tanto l’una quanto l’altra e aver comune ogni cosa. Veramente egli è bello effetto, di questi animali, che cosí parimente si aiutino, s’amino e si governino: piacessi a Dio che fosse tanta sollecitudine negli uomini ad imparar la virtú, come è quella di sí fatti animali in provedere alla lor vita, ché forse gli oziosi non viverebbon del sudor di chi s’affatica né si pascerebbono gl’ignoranti con il pane della ricchezza. Dopo la congregazione vennero a principiarsi le lettere, che il mondo accettò per buone: cosí seguí, per la terza cosa che piacesse, le leggi: poi se ne sono approvate assai; ma queste furon delle principali e delle piú utili, necessarie e profittevoli. Noi, adunque, abbiamo formata la prima, d’unire molti rari intelletti insieme, e, secondariamente, trovare il modo da sodisfare al mondo con le lettere, e, con leggi che si appartengano a una [p. 4 modifica] tanta academia, legare gli ordini e stringere i fatti piú virtuosi che sien possibili di fare per noi. Dopo questo, per dare quell’onore a sí fatta nobiltá, siamo andati ricercando dove possiamo distendere i rami del nostro arbore, acciò che siano còlti i frutti dell’academia da tal mano che sia degna di ricever sí fatti doni, e noi riceverne quell’onore dal mondo, per uomini giudiciosi che bene impieghiamo i nostri sudori, che debitamente si conviene. Ma, quando noi abbiamo coltivato questa pianta, noi ce ne veggiamo un’altra inanzi, la quale ha due rami cresciuti in virtú e in nobiltá: in uno v’è scritto «Virtú del gran signor Marco da Feltro» e nell’altro «Nobiltá della signora Camilla da Penna». Onde, rimirando i nostri academici sí mirabil pianta, viddero due frutti mirabilissimi prodotti da quella: il vostro magnifico nome e quello della signora sorella, la signora Beatrice, donna del signor Giovan Iacopo Pellegrino. Onde ciascuno di noi, per onorar la pianta divina e i frutti mirabili, vi porge il presente libro di dotti e familiari ragionamenti, consacrandolo al nome vostro, degno di questo e d’ogni altro onore maggiore assai, pregandovi che vi sia a cuore l’academia ogni volta che v’accadesse valervi del nostro offizio e potere. E, con l’offerirci, molto alla signoria vostra ci raccomandiamo.

Di Vinegia, alli xvii di settembre mdlii nell’academia.

Di vostra signoria

il presidente dell’academia peregrina.