I' son venuto di schiatta di struzzo

Cecco Angiolieri

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu sonetti I' son venuto di schiatta di struzzo Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Ogne mie 'ntendimento mi ricide In nessun modo mi poss'acconciare
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
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LXXXVII

Per mangiare, una volta, ha dovuto vendere quasi tutte le sue armi.

I’son venuto di schiatta di struzzo,
ne l’oste stando, per la fame grande:
ché d’un corsetto ho fatto mie vivande,
4mangiandol tutto a magli’ ed a ferruzzo.
E son si fatto, che non mi vien puzzo,
ma piú abboccato, che porco a le ghiande:
s’i’ho mangiat’i panni, il ver si spande,
8ch’i’non ho piú né mobile né gruzzo.
Ma egli m’è rimasa una gorgiera,
la quale m’ha a dar ber pur una volta,
11e manderolia col farsetto a schiera.
La lancia non vi conto, ché m’è tolta;
ma ’l tavolaccio con la cervelliera
14mi vanno in gola, e giá danno volta.