I' non vi miro perzar, morditori
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
CXVII
Ma finalmente, a dispetto dei maldicenti, è ricco anche lui!
I’ non vi miro perzar, morditori,
ch’i’mi conduca ma’nel vostro stato;
ché ’l di vi fate di mille colori
4innanzi che ’l volaggio sia contato.
Ciò era vostra credenza, be’ segnori,
per ch’i’ m’avesse a sollazzo giocato,
ch’i’ divenisse de’ frati minori,
8di non toccar delia’ picciol né lato?
M’assa’ ve ne potrá scoppiar lo cuore,
ch’i’ ho saputo si diciar e fare,
11ch’i’ho del mi’assa’dentro e di fòre.
Ma ’l me’, ch’i’ ho, e che miglior mi pare,
si è’l veder di vo’, che ciascun muore:
14ché vi convien, per viver, procacciare.