Giunto l'uom di sua vita al verno ingrato
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XXXI
IL VECCHIO
Giunto l’uom di sua vita al verno ingrato,
di cave rughe e di canute brine
ha il volto arato e seminato il crine,
per la gelida man del vecchio alato.
Tremolo i piedi e gli omeri curvato,
addita le sue prossime ruine;
dell’agghiacciato cor le nevi alpine
il fanno inerme e sol di lingua armato.
Sempre il nocchier di Stige orrido e tetro
tien per lui tragittar spalmato il legno,
e figurano i fabri il suo feretro.
Povero de’ suoi sensi arriva a segno
che va la vista a mendicar dal vetro,
e dalle canne a procurar sostegno.