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Fvggi le volpi, o sangue di gallina.
Fallaci effetti, han la speranza e l’ira.
Facile è al sano, cosigliar l’infirmo.
Folle è cui muouon, feminil lusinghe.
Fragola in bocca d’orso.
Fuoco di San Bano. si spegne co sassi.
Facil concede il bene, chi il ben desia.
Fede promessa fà più debito, che beneficio ricevuto.
Forte per necessità, diuenta il timido.
Felice non è, chi non conosce d’essere.
Fingere, talhora è lecito.
Fortuna abonda, doue manca la prudentia.
Fortuna e virtù, di rado insieme.
Fame, spesso soffoca la fama.
Forza che d’altrui pende, è vinta e serua.
Fatto lo voto, gabbato lo santo.
Fatte la legge, trouata la malitia.
Fare la rota del Pauone.
Fa bene al villano, lui ti vuol male.
Fa male al villano, lui ti vuol bene.
Fammi indouino, io ti farò ricco.
Far due chiodi, in vna scalda.
Fratelli, sono de’ cattiui flagelli.
Femine e galline, per troppo andar si perdono.
Femine e gazze, sempre cicalano.
Febraio corto, peggio di tutti.
Fuoco di camino, non fà nissun meschino.
Facendo s’impara.
Fame, è la miglior salsa.
Fortuna aiuta i pazzi, e disaiuta i paurosi.
Ferrar la mula.
Fra carne & vnghia, nissuno gli punga.
Fuoco, e stoppa, non s’accordano.
Freno indorato, non migliora il cauallo.
Fin contra fino, non fa buona doppiura.
Fù per somma beltà vil’ voglia spenta.
Fuga di naue, e volo d’vccello è la nostra vita.
Fortuna indebolita, rende le armi.
Fulmine d’amicitia, è il fato auuerso.
Fine d’ogni mercante, è il guadagno.
Feni, e paglie d’Auicenna.
Fare un sequestro alla barba.
Fa bene, e non guardar’a cui.
Fra tosto e bene, non c’è conuenientia.
Fauole al sordo, canzoni al morto, sono indarno.
Far d’vna mosca, un’elephante.
Far di sette nulla.
Far’ i miracoli di Machometto.
Far più che non fece Carlo in Francia.
Fra la gatta & il cane, non è vera amicitia.
Farina d’orgio, non fa pan bianco.
Faccia chi può, ch’ogni pentir dà doglia.
Fare di necessità virtù.
Foglio imbrattato.
Fare d’ogni lana drappo.
Fare d’ogni herba fascio.
Fare Calandrino d’vno.
Far’ il cane del’hortolano.
Falce fenaia.
Fare latino a cauallo.
Farina da far cialde.
Fare la rondine.
Fare la piega del ciambellotto.
Far buon vino a cattiua botte.
Far buon tetto.
Far la volpe.
Fornace da calcina.
Fare i conti col capezzale.
Fare le fusa storte.
Frati, putti, cani, e polli, giamai son satolli.
Fare d’vna lancia, vna spina.
Fondar case, sopra ruote.
Fama più che del ver, del falso relatrice.
Fortuna il tutto vince, eccetto che virtù.
Fare la gatta morta.
Fare la riccolta, mentre è la state.
Fanciulli angeli, nel’età son diauoli.
Fatto per timor, nulla è il contratto.
Formica di sorbo, che non esce per bussare.
Fare come gli auuocati.
Felice colui, che impara a spese altrui.
Fare come la candela, bene agli altri, male a se.
Fare come i pifari.
Fuggon le hore, ne mai fian più raggionte.
Fare come la putta del filatoio.
Far bene non è inganno, gittar via il suo, non è guadagno.
Fa bene a te, & a’ tuoi, e poi a gl’altri se tu puoi.
Frati osseruanti, mangiano quel d’altri, e sparagnano il loro.
Far’ il guadagno di cazzeto, dar tre pecore bianche per vna nera.
Fuggi quel piacer presente, che ti da dolor futuro.
Fortezza che viene a parlamento, e vicina a rendersi.
Finger talhora è lecito.
Finger d’amar’ e non lo fare, è peggio ch’esser monetaro.
Femine sono le gatte.
Fra pace e tregua, chi cade non si leua.
Fanno delle belle pampane, huomini becchi, e donne puttane.
Fame piccola, fà vista, fà grande, fà trista.
Fammi bene o male, in cinque anni siamo eguali.
Femina, vino, e caualli, mercantia da casa.
Figlio del’oca bianca.
Formaggio, peri e pan, è pasto da villan.
Formaggio, pan e pero, è pasto da caualliero.
Farlo in tre paci.
Far la sposa.
Fare la capra.
Fanciulli di cento anni.
Frate Gaudentio.
Fede Greca.
Farsi mal volere a bello studio.
Far caualcar la capra alla china.
Ficcar’i giunchi per gli occhij.
Far la suppa, per la gazza.
Far d’un pruno, un mel’arancio.
Fare essercito, per essercitio.
Fedele, brutta, e forte, sia la massaia.
Felice è la magione, doue regna la ragione.
Fra molte nouelle, son delle couelle.
Fanciullo troppo carezzato, non è mai ben regolato.
Fuoco di terra, non ha brascia, carbon, ne cenere.
Figlie da maritare, fastidiose da gouernare.
Folle è chi del suo pugno, fa un cugno.
Folle chi del suo proprio coltello si taglia.
Folle è la pecora, che al lupo si confessa.
Fortuna cieca, i suoi accieca.
Fuggi dadi e vino, & il sesso feminino.
Fa l’vscio al’oriente, se vuoi viuer san e contento.
Fatto come le lasagne, che non han dritto ne rouescio.
Fra Bernardo, picchia la porta del conuento.
Farlo di quello che men si siede sopra.
Fortuna come donna, fauorisce la giouentù.
Far gli huomini, di pezze.
Fiche Ferraresi.
Faue Mantoane.
Far la barba di stoppa ad Aristotile.
Fare, a’ chi si ha, habbia.
Fango di Maggio, e spighe d’Agosto.
Fa come dice il pagatore, se vuoi hauer gratia, & fauore.
Fare come fa la cimia, piu va in alto più mostra il culo.
Far come il papagallo, non si leua se non ha pieno il becco.
Far la salsa a l’oca.
Fatta a Ferrara, e temprata a Piombino.
Far’ il mestier di Michelazzo.
Far come la volpe, strascinarsi la coda dietro.
Far come la scimia. ha la bocca piena, e pur domanda.
Far la bestia a due dossi.
Farlo a pasci pecora.
Fare l’honesta de’ campi.
Far’il seme alle faue, & alle castagne.
Far venir gattarigole.
Fra gli vguali, è l’amicitia.
Far d’una lancia un fuso.
Far due schiacciate in un fiato.
Far tre tuoni senza baleno.
Far baco baco.
Fingere honestà di monaca.
Fù prima vino, che aceto.
Fauor di signor, cappello da matto.
Fare seco faue e fagiuoli.
Fare la donna nouella.
Finger d’esser cordoano.
Fare vna caualletta. esser’astuto.
Forse che lei non fa le gite a martiri.
Fare come la coda del porco.
Fare che non vadi nulla in capperuccia.
Fare a saluum me fac.
Fare la riuscita d’una girandola.
Farci su capo grosso da buon senno.
Fauellare da real zingano.
Far la suppa nel panieri.
Far’i miracoli del zebedei.
Far del mantello saio.
Felice colui, che non passa porta altrui.
Formaggio e pan’, è medicina al san.
Fa la tua farina, e non bucina.
Fauori, donne, e denari, fanno cauaglieri di vaccari.
Frenesia, gelosia, & heresia, mai son sanate per alcuna via.
Fratello mio non pigliar moglie, se non vuoi tormento e doglie.
Fregare alla Marchiana.
Fin che la pende la rende.
Fortuna fortuna, e mettemi in mare.
Fumo, pioggia, e donna senza ragione, a la fin caccia l’huomo di sua magione.
Fù il vincer sempre mai laudabil cosa, vincasi per fortuna o per ingegno.
Fare coma la nostra cimia, che leuaua le castagne dal fuoco con le mani della gatta.
Faccia chi può prima ch’il ciel si mute, che tutte le lasciate son perdute.
Fortuna anco più bisogna assai, che senza val’ virtù raro o non mai.
Femina è cosa mobil per natura, e piccol tempo amor nel suo cor dura.
Far come i pisari da Luca, che andaron’ a sonare, e furono sonati.
Figlia a tempo non maritata, spesso si ritruoua suerginata.
Far carezze oltra il douere, ben pagar douend’hauere, far bel volto, e dar da bere, fa star saldo ogni messere.
Freno, bastone, e soma al’asino, pane, disciplina, e opera al seruo.
Fù sempre la virtù perseguitata, da la inuidia, e da la gente ingrata.
Fare come i Genouesi, che ingrauidano le mogli, cento miglia da lontano.
Facciam pur quel che si può far per noi, habbia chi regge il ciel cura del resto.