Geremia (Diodati 1821)/capitolo 38
Questo testo è completo. |
◄ | capitolo 37 | capitolo 39 | ► |
Geremia gettato nella fossa.
2 Così ha detto il Signore: Quelli che dimoreranno in questa città morranno di spada, di fame, e di pestilenza; ma chi se ne uscirà a’ Caldei viverà; e l’anima sua gli sarà per ispoglia, ed egli viverà1.
3 Così ha detto il Signore: Questa città sarà per certo data in man dell’esercito del re di Babilonia, ed esso la prenderà.
4 E i principi dissero al re: Deh! facciasi morir quest’uomo; perciocchè egli rende rimesse le mani della gente di guerra, che è restata in questa città, e le mani di tutto il popolo; tenendo loro cotali ragionamenti; conciossiachè quest’uomo non procacci punto la prosperità di questo popolo, anzi il male.
5 E il re Sedechia disse: Eccolo in mano vostra; perciocchè il re non può nulla contro a voi.
6 Essi adunque presero Geremia, e lo gettarono nella fossa di Malchia, figliuolo di Hammelec, ch’era nella corte della prigione; e ve lo calarono con delle funi. Or nella fossa non vi era acqua, ma del pantano; e Geremia affondò nel pantano.
7 Ma Ebed-melec Etiopo, eunuco, il quale era nella casa del re, avendo udito che avevano messo Geremia nella fossa (ora, il re sedeva allora nella porta di Beniamino),
8 Se ne uscì della casa del re, e parlò al re, dicendo:
9 O re, mio signore, male hanno fatto quegli uomini in tutto ciò che hanno fatto al profeta Geremia, avendolo gettato nella fossa; or assai sarebbe egli morto di fame là dove era; conciossiachè non vi sia più pane alcuno nella città.
10 E il re comandò ad Ebed-melec Etiopo, dicendo: Prendi teco di qui trent’uomini, e tira il profeta Geremia fuor della fossa, avanti ch’egli muoia.
11 Ed Ebed-melec prese quegli uomini seco, ed entrò nella casa del re, di sotto alla tesoreria, e ne tolse de’ vecchi stracci, e de’ vecchi panni logori, e li calò a Geremia con delle funi nella fossa.
12 Ed Ebed-melec Etiopo disse a Geremia: Deh! mettiti questi vecchi stracci, e panni logori, sotto le ascelle di sotto alle funi. E Geremia fece così.
13 Ed essi trassero Geremia con quelle funi, e lo fecero salir fuor della fossa. E Geremia dimorò nella corte della prigione2.
14 Poi il re Sedechia mandò a far venire a sè il profeta Geremia all’entrata principale della Casa del Signore. E il re disse a Geremia: Io ti domando una cosa, non celarmi nulla.
15 E Geremia disse a Sedechia: Quando io te l’avrò dichiarata, non mi farai tu pur morire? se altresì io ti do alcun consiglio, tu non mi ascolterai.
16 E il re Sedechia giurò in segreto a Geremia, dicendo: Come il Signore, che ci ha fatta quest’anima, vive, io non ti farò morire, e non ti darò in man di questi uomini, che cercano l’anima tua.
17 Allora Geremia disse a Sedechia: Così ha detto il Signore, l’iddio degli eserciti, l’iddio d’Israele: Se pur tu esci fuori a’ capitani del re di Babilonia3, l’anima tua viverà, e questa città non sarà arsa col fuoco; e viverai, tu, e la casa tua.
18 Ma, se tu non esci a’ capitani del re di Babilonia, questa città sarà data in man de’ Caldei, che l’arderanno col fuoco, e tu non iscamperai dalle lor mani.
19 E il re Sedechia disse a Geremia: Io sono in gran perplessità per que’ Giudei, che si son rivolti a parte de’ Caldei, che io non sia dato in man loro, e che non mi scherniscano.
20 E Geremia disse: Tu non vi sarai dato. Deh! ascolta la voce del Signore, in ciò che io ti dico; ed egli ti sarà bene, e l’anima tua viverà.
21 Ma, se tu ricusi d’uscire, quest’è quello, che il Signore mi ha fatto vedere:
22 Ecco, tutte le donne ch’eran rimaste nella casa del re di Giuda, erano tratte fuori a’ capitani del re di Babilonia; ed esse dicevano: I tuoi confidenti ti han persuaso e vinto; i tuoi piedi sono stati fitti nel fango, ed essi si son tratti addietro.
23 Così saranno menate tutte le tue mogli, e i tuoi figliuoli, a’ Caldei4; e tu stesso non iscamperai dalle lor mani; anzi sarai preso, e dato in mano del re di Babilonia; e farai, che questa casa sarà arsa col fuoco.
24 E Sedechia disse a Geremia: Niuno sappia di queste parole, e tu non morrai.
25 E se pure i principi, avendo udito che io ho parlato teco, vengono a te, e ti dicono: Deh! dichiaraci quel che tu hai detto al re, non celarcelo, e noi non ti faremo morire; e che ti ha detto il re?
26 Di’ loro: Io ho supplicato umilmente al re, che non mi facesse ritornar nella casa di Gionatan, per morir quivi.
27 Tutti i principi adunque vennero a Geremia, e lo domandarono; ed egli rispose loro secondo tutte le parole che il re gli aveva comandate. Ed essi lo lasciarono in pace; perciocchè la cosa non fu divolgata.
28 E Geremia dimorò nella corte della prigione, infino al giorno che Gerusalemme fu presa; ed egli vi era allora che Gerusalemme fu presa.
Note
- ↑ Ger. 21. 8, ecc.
- ↑ Ger. 37. 21.
- ↑ 2 Re 24. 12.
- ↑ Ger. 39. 6.