Gemme d'arti italiane - Anno I/Introduzione

Introduzione

Gemme d'arti italiane - Anno I ../L'incontro di Giacobbe ed Esaù IncludiIntestazione 23 luglio 2018 25% Da definire

Gemme d'arti italiane - Anno I L'incontro di Giacobbe ed Esaù
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AL NOBILISSIMO SIGNOR DUCA

ANTONIO LITTA VISCONTI ARESE

Cavaliere dell'ordine Gerosolimitano


Il lamento di parecchie autorevoli persone che compilando io l'annuale raccolta col titolo di Strenna Italiana mi piaccia abbellirla di sole incisioni straniere anzichè delle nostre m'ha suggerito il pensiero d'un libro, il quale meritasse veramente il nome italiano. E siccome al cospetto delle altre nazioni mantenne sempre l'Italia l'onore dell'arte, nè questa gloriosa corona le fu mai disputata; credetti di non errare rivolgendomi all'arte per recare ad effetto il mio divisamento, pubblicando sul [p. - modifica]finir d’ogni anno un volume che raccogliesse quanto di bello e di notabile produce il pennello e lo scalpello italiano. Ad altri prima di me sovenne questo pensiero, e gli fu data lodevole esecuzione; ma ristretto nei limiti della sola Milano, parvemi non satisfacesse interamente l’universale desiderio di conoscere quali prodotti eccellenti nella pittura e nella scultura vengono ammirati alle pubbliche mostre di Roma, di Firenze e di Vienna. Volendo pertanto, secondo le poche mie forze, appagare questo nobile desiderio, mi sono posto alla difficile impresa; e perché l’interno valore del libro rispondesse agli estrinseci abbellimenti, volli affidare al giudizio di buoni maestri la scelta dei dipinti e delle sculture, ed alla penna di valenti scrittori le illustrazioni; le quali per la loro importanza assumessero un’impronta letteraria e durevole oltre la consueta breve vita delle Strenne augurali. Bensì è vero che nel presente volume non mi fu dato inserire tutto il fiore delle Esposizioni italiane perché troppo tardi mi cadde nell’animo il felice pensiero. Ma se poi questo saggio, chè tale voglio chiamarlo, otterrò qualche grazia nel pubblico intelligente, mi sarà d’eccitamento ad ampliarne i confini, e mantenere negli anni avvenire con interezza le mie promesse.

E non credo di darvi più degno cominciamento che fregiando la prima pagina del nome di Lei, Nobilissimo Signor Duca, così caldo fautore dell’arte e de’ suoi buoni cultori. E vorrei dir di più, se non avessi tema di offendere il Suo modesto e delicato sentire. Non mi si nieghi per questo di attestarle coll’animo, se non colla parola, quella reverenza e devozione che in me non verranno mai meno.

Di Lei, Nobilissimo Signor Duca,

Ossequiosissimo Servo

PAOLO RIPAMONTI CARPANO