Gazzetta Musicale di Milano, 1873/N. 28
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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO
CIARLE ARTISTICHE Mancano ancora più di cinque mesi alla stagione carnevalesca del teatro alla Scala, e già da un paio di settimane i giornali politici hanno preso a parlare del repertorio, degli artisti, delle ballerine, dei mimi, ecc., ecc. A quest’ora sono 15 o 20 le opere annunciate come scelte, od in discussione: se si va di questo passo arriveremo presto al centinaio!!!
Se le nostre informazioni sono esatte, come abbiamo ragione di credere, fino ad oggi nulla, affatto nulla è stabilito riguardo al repertorio della prossima stagione d’inverno, e di tutte le opere annunciate dai giornali potrebbe forse avvenire che nemmanco una venisse prescelta.
I più frettolosi nel dare le primizie di tal genere.sono il Pungolo ed il Corriere di Milano, che, quasi quasi, si trasformarono in giornali teatrali, cosi che non mi stupirei nel vedere che introducessero un’apposita rubrica di: Scritture e disponibilità.
In ciò poco male, anzi un po’ di bene; giacché è sempre ottima cosa il parlare in un modo o nell’altro d’arte, il suscitare quistioni in.proposito, tenendo vivo l’interesse del pubblico, in tempi come questi in cui politica, elezioni, ballottaggi, annessioni.e sconnessioni, scadenze, ribassi e rialzi, fanno a gara nello stornare l’attenzione universale dalle pacifiche, e pur proficue, lotte dell’arte e della scienza.
Vedo adunque con piacere l’interesse che i nostri giornali politici portano al massimo teatro milanese, ma sarebbe desiderabile assai che gli apprezzamenti di qualcuno fra que’ giornali non si spingessero oltre un certo limite.
Una vivace polemica è appunto sorta per ciò fra il Corriere di Milano ed il Pungolo, a proposito del Caligola di Braga. Il primo, dietro il buon successo ottenuto da quest’opera a Lisbona, ne consigliò la rappresentazione alla Scala, tanto più che alcuni fra gli artisti scritturati per questo teatro avevano già eseguito il Caligola a Lisbona (1). Non l’avesse mai fatto!... chè il Pungolo uscì proprio fuori de’ gangheri, bistrattando in modo assai poco conveniente il povero autore dell’opera in quistione.
Io non immagino neanche per sogno di riuscire a persuadere il Pungolo che ebbe torto, grandissimo torto!... chè se anche lo sentisse in cuor suo, è diffìcile assai voglia farlo sapere al rispettabile pubblico. E gli è dunque per mio conto proprio che mi permetto di fare alte meraviglie nel vedere un periodico erigersi a priori giudice di un’opera, ch’egli non solo non ha mai udito, ma che non può nemmanco conoscere perché non pubblicata!...
Io, al pari del Pungolo, non conosco l’opera e però mi guardo bene dal pronunciare un giudizio in proposito. - Tuttavia il Braga non è il primo capitato, ed un lavoro d’un artista di simile levatura non puossi chiamare col titolo di qualunque: sarà più o meno riuscito, più o meno Vello, più o meno divertente, ma alla musica del Braga nessuno potrà mai permettersi, in una critica seria e spassionata, di dare l’epiteto poco caritatevole di qualunque...
Il rammentare poi ad un autore la caduta di un suo anteriore lavoro, è atto davvero scortese!... E da una caduta trarre argomento per giudicare d’altri lavori è cosa inammissibile nella critica d’arte; bisogna proprio dire che il Pungolo fosse in un quarto d’ora di pessimo umore, per non accorgersi quanto falsa fosse la via da lui battuta.
Quanti insuccessi contano nella loro carriera artistica anche i più celebri autori!... Il povero Donizetti cominciò con una lunga sequela di cadute!... buon per lui che i Pungoli di quel tempo non giudicassero del suo avvenire, standosene al passato.
E qui non si creda ch’io voglia fare un confronto fra Braga e Donizetti!! non mancherebbe altro per farmi scagliare addosso le folgori del Pungolo, e stavolta con ragione.
Ma se i primi lavori poco felici del maestro bergamasco non gl’impedirono di creare di poi capolavori musicali, non si può non ammettere che anche il Braga, artista d’ingegno, appassionato melodista, profondo conoscitore dell’arte sua, non possa dopo il Mormile scrivere se non un capolavoro, almeno una buona opera. — Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/232 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/233 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/234 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/235 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/236 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/237 Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1873.djvu/238
- ↑ (1) La Fricci, Pandolfini e Castelmary.