Fortuna, come suol, pur mi dileggia
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XV secolo
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
xxii
Sonetto fatto per un certo caso che ogni dí si mostrava in mille modi.
Fortuna, come suol, pur mi dileggia,
e di vane speranze ognor m’ingombra:
poi si muta in un punto, e mostra ch’ombra
è quanto pe’ mortal si pensa o veggia.
Or benigna si fa ed ora aspreggia,
or m’empie di pensier, ed or mi sgombra,
e fa che l’alma spaventata aombra,
né par che del suo male ancor s’avveggia.
Teme, spera, rallegrasi e contrista
ben mille volte il dí nostra natura:
spesso il mal la fa lieta, il bene attrista.
Spera il suo danno, e del bene ha paura:
tanto ha il viver mortal corta la vista.
Alfin vano è ogni pensiero e cura.