Libro secondo - Capitolo 1
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17 settembre 2008
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letteratura
Libro secondo - Capitolo 1
Adunque cominciarono con dilettevole studio i giovani, ancora ne’ primi anni puerili, ad imprendere gli amorosi versi: nelle quali voci sentendosi la santa dea, madre del volante fanciullo, nominare con tanto effetto, non poco negli alti regni con gli altri dei se ne gloriava. Ma non sofferse lungamente che invano fossero da’ giovani petti sapute così alte cose come i laudevoli versi narravano, ma, involti i candidi membri in una violata porpore, circundata di chiara nuvoletta, discese sopra l’alto monte Citerea, là ove ella il suo caro figliuolo trovò temperante nuove saette nelle sante acque, a cui ella con benigno aspetto cominciò così: - O dolce figliuolo, non molto distante agli aguti omeri d’Appennino, nell’antica città Marmorina chiamata, secondo che io ho ne’ nostri alti regni sentito, ha due giovinetti, i quali effettuosamente studiando i versi che le tue forze insegnano acquistare, invocano con casti cuori il nostro nome, disiderando d’essere del numero de’ nostri suggetti. E certo il loro aspetto, pieno della nostra piacevolezza, molto più s’appresta a’ nostri servigi che a cultivare i freddi fuochi di Diana. Lascia dunque la presente opera, e intendi a maggiori cose, e solo il rimanente di questo giorno in mio servigio ti spoglia le leggieri ali. E come già nella non compiuta Cartagine prendesti forma del giovane Ascanio, così ora ti vesti del senile aspetto del vecchio re, padre di Florio; e quando se’ là ove essi sono, sì come egli quando va a loro gli abbraccia e bacia costretto da pura benivolenza, così tu, abbracciandoli e baciandoli, metti in loro il tuo segreto fuoco, e infiamma sì l’un dell’altro, che mai il tuo nome de’ loro cuori per alcuno accidente non se ne spenga. E io in alcuno atto occuperò sì il re, che la tua mentita forma per sua venuta non si manifesterà -.