Libro quinto - Capitolo 85
La grande liberalità di Florio e il suo dolce parlare gli animi prese de’ valorosi giovani, e a’ suoi servigi disposti legò con più forte catena. Elli quasi a tanta proferta non sapeano che rispondere, che a quella loro paresse degno ringraziare, ma dopo alquanto spazio, ciascuno per sé e tutti insieme dissero: - Florio, assai ci è caro, e di maggior servigio il terremo guiderdone, che Iddio sì liberale giovane ci ha dato per signore; per che della gran proferta, l’attenere della quale crediamo che saria molto, maggiormente ti siamo tenuti: Iddio il tuo regno e i tuoi beni aumenti sempre, e la grandezza della corona, che sarà tua, con gloriosa fama prolunghi fino al gran giorno. Sempre siamo tuoi, e se ’l profferire altrui le sue cose non fosse arroganza, ci profferremmo; poi che a te quello che a noi medesimi aggrada, cioè che noi le nostre case riveggiamo, con la già conceduta licenza ci partiremo -. E queste parole dette, pietà entrò ne’ fedeli petti: e abbracciandolo ciascuno, e da Biancifiore e dal re e dalla reina prendendo congedo, lagrimando si partirono, in sei parti dividendo la lunga e unica compagnia, tornando ognuno alle sue case.