Libro quinto - Capitolo 79
Tacque il re, e costoro la fiera risposta udita, gli si levarono davanti, né a rispondere poterono tornare a Florio, per la sopravenuta notte. Ma la reina, la quale non picciola cura stringea di sapere del figliuolo novelle, vedendo costoro partiti dal turbato re, a sé chiamare li fece, e da loro particularmente dello stato del figliuolo s’informa, e dell’essere di Biancifiore: delle quali cose di tutte saria stata contenta, se la nuova ira del padre non fosse stata per la nuova legge dal figliuolo novellamente presa. Ella, udendo che per quella sì aspramente il padre da sé l’accomiata, e lui d’altra parte fermo di non venire davanti a lui, se la presa legge non prende, vorria morire. Ma dopo lungo pensiero, con dolci parole priega gli ambasciadori che l’adirata risponsione del padre non portino al suo figliuolo; ma mitigandola sì gli dicano che egli nella sua presenza venga, però che il re prima nol vedrà che egli si muterà d’animo, e il debito amore che tra loro dee essere sanza niuna sconcia parola o altro mezzo gli concederà. - Certo qualora il vecchio re - dicea la reina - vedrà la chiara giovanezza del figliuolo, egli lieto in se medesimo disidererà di piacergli, né niuna cosa sarà che egli a lui domandi, che esso non disideri di adempierla. Dunque venga, che molte cose a’ principali si concedono, le quali l’uomo non si vergogna di disdire a’ medianti -. Con molte altre parole ancora la reina conforta i messaggi che il figliuolo a venire dispongano, disposta, se egli non viene, d’andare lui a vedere ove ch’e’ sia.