Libro quarto - Capitolo 140
E mentre che queste cose, disiderosi della loro morte, ragionavano, e tentavano di vedere e di passare il fummo, il quale punto loro non si apriva, Filocolo, il quale più volte per lo infinito romore avea della sua salute dubitato, udendo costoro dintorno a sé ragionare, non però conoscendoli né intendendo ciò che diceano, né potendogli vedere, sentendo il prato quieto e sanza alcun romore, fuori che d’un picciolo pianto che faceano i feriti, con quella voce più alta, che paura nel timido petto avea lasciata, così cominciò a dire: - O qualunque cavalieri che intorno a’ miseri dimorate, di noi forse pietosamente ragionando, quella pietà che di noi hanno avuta gl’iddii, entri negli animi vostri: non siate tardi a mettere ad essecuzione quello che gl’iddii hanno incominciato. Essi vogliono la nostra vita forse ancora cara al mondo. Noi vivi nello oscuro nuvolo sanza niuna offesa dimoriamo, tenendo in mano ramo significante pace, lasciato a noi da divina mano: passate adunque qui dove noi siamo, e sciogliete i nostri legami, acciò che salvi dove voi siete, possiamo venire -.