<dc:title> Favole </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator><dc:date>1669</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_decimo/V_-_L%27Avaro_e_il_suo_Compare&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110420213603</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_decimo/V_-_L%27Avaro_e_il_suo_Compare&oldid=-20110420213603
Favole - Libro decimo V - L'Avaro e il suo Compare Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Per l’ignoranza grassa ch’è compagna
dell’avarizia, un pidocchioso Avaro,
non sapendo ove mettere il denaro
che ogni giorno sul vivere sparagna,
di nasconderlo pensa in un cantone,
dicendone a un compare la ragione:
2- La roba tenta, e se io la tengo presso,
questo denar potrebbe finir male.
Goderlo è un rovinare il capitale
ed io divento il ladro di me stesso.
- Il ladro? - gli rispose il suo Compare. -
Godere, amico mio, non è rubare.
3Mi fa pietà vederti in quest’affanno,
e se un saggio consiglio ancor l’intendi,
il bene vale in quanto tu lo spendi,
o non è che un inutile malanno.
Vuoi dunque accumular per un’età
che non sei certo ancora se verrà? -
4E seguitava a dir quell’uom sincero
che l’oro perde il suo valor, se chiede
tanta fatica e in quei che lo provvede
e in quei che lo conserva nel forziero.
Ma il nostro Avar non cede, e in compagnia
del suo Compare tacito si avvia
5ad una vigna un po’ di là remota,
dove il fardel depongono prezioso.
Passato un mese il nostro pidocchioso
torna e non trova che la tana vuota,
e, immaginando subito l’artiglio,
cerca il compagno suo del buon consiglio.
6E: - Amico, - dice, - andiam, andiamo presto
a quel luogo laggiù. Ci ho molte lire
ancora ch’io vorrei porre a dormire
coll’altre. - Va benone -. E il ladro onesto
a riporre il tesor corre e propone
di prender dopo il tutto e la frazione.
7Ma questa volta il gonzo fu più fino,
ché si tenne con sé tutto il denaro
per goderlo e cessò d’essere avaro.
Come restasse il ladro poverino
innanzi al buco è inutil ch’io lo dica.
Rubare ai ladri non si fa fatica.