Fatalità (1895)/Sulla breccia
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SULLA BRECCIA.
Passan, compatti, tragici, severi,
Colla testa scoperta.
La cassa dell’estinto è ricoperta
4Di lunghi veli fluttuanti e neri.
Un pensoso dolor fra ruga e ruga
Su le fronti s’incide.
Su loro invan da l’alto il ciel sorride;
8Sgorga tacito il pianto, e niun l’asciuga.
Fra le travi inchiodate egli riposa,
Rattratto e sfracellato.
Lavorava sul tetto; e s’è spaccato,
12Cadendo, il capo su la via sassosa
Pieno di speme e di gagliarda vita,
Bello come un Titano,
Cadde. — Or la fredda e raggrinzata mano
16Stringe il cor d’una vedova sfinita;
E via lo porta nei recessi austeri
Del sonno e dell’oblio. —
Sotto il dito terribile d’un Dio
20Passan, compatti, tragici, severi;
E pensano. — O destin!... Com’egli è morto
Forse anch’essi morranno.
Il bracciante è soldato; essi lo sanno. —
24Gonfiasi il petto, e il volto si fa smorto.
Erculei sono e coraggiosi, ed hanno
Ai lor sogni una meta.
Una famiglia e una casetta lieta,
28E forse, sul lavor, doman cadranno
.... Da un tetto, nel fragor d’un opificio,
Sotto un crollo di vólta;
Ma il grido di chi muor nessuno ascolta
32Niun comprende il supremo sacrificio
Sorgono i vivi al posto degli estinti:
Sul lutto è la speranza:
Sconfinato è l’esercito che avanza,
36Serenamente calpestando i vinti:
E come corron su le fosse mute
I bambini festanti,
Vanno le turbe, ignare e rimugghianti
40Sui resti de le vittime cadute. —