Fatalità (1895)/Largo!
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LARGO!
Largo!... Da le sonore vôlte de l’officine,
Dai laboriosi aratri, de l’orride fucine
3Da gl’infernali ardor,
Dagli antri dove un popolo tesse, martella e crea,
Da le miniere sorgo — e, libera plebea,
6Sciolgo un inno al lavor.
Largo!... Dai boschi pieni di nidi e di bisbigli.
Dai cespugli di mirto, dai freschi nascondigli,
9Dal fecondato suol,
Da l’acque azzurre dove il mite alcion sorvola,
Cinta di fiori sorgo — e, balda campagnuola,
12Sciolgo un peana al sol.
Chi arresta la corrente nel suo corso sfrenato,
Chi ferma a voi l’allodola sciolta pel ciel rosato,
15Chi il già partito stral?
Il torrente che scroscia, la freccia scintillante,
L’augel canoro io sono; or rondine vagante,
18Or gufo sepolcral!
Arte, per te combatto: — avvenire, t’attendo.
E il rigoglio d’affetti che, qual vampa fervendo,
21M’incendia mente e cor.
Ne la gemmata veste de la strofe volante,
Io getto al mondo e al cielo, qual fascio rutilante
24Di fulmini e di fior!...
Fine