Farse e moralità/L'epidemia
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PERSONAGGI
IL SINDACO.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE.
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA.
IL DOTTOR TRICEPS.
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE.
PRIMO CONSIGLIERE.
SECONDO CONSIGLIERE.
TERZO CONSIGLIERE.
UN CONSIGLIERE.
L’USCIERE.
Ai giorni nostri, in una città di provincia.
La sala di riunione del Consiglio Municipale in una gran città marittima. Sui muri, coperti di legno severo, i ritratti di tutti i Presidenti della Repubblica, da Adolfo Thiers fino a Emilio Loubet. Tutto in giro per la vasta stanza, posati su mensole di legno nero, i busti della repubblica, differenti per gli attributi e il significato politico. In mezzo, caminiera monumentale, sormontata da un pannello con, dipinto, lo stemma della città aureolato di bandiere tricolori. Grandi porte a destra e a sinistra. Una lunga tavola, coperta d’un tappeto verde, dove ogni posto è segnato dalla cartasciugante, dai calamai, ecc., occupa il centro della stanza.
SCENA PRIMA
Il SINDACO, il MEMBRO DELLA MAGGIORANZA, il MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE, Un VECCHISSIMO CONSIGLIERE, PRIMO, SECONDO e TERZO CONSIGLIERE, il SEGRETARIO, CONSIGLIERI.
All’alzarsi della tela, il sindaco discorre presso al camino con qualche consigliere. Gruppi di consiglieri qua e là. Due stanno seduti davanti alla tavola e scrivono lettere. Il segretario, con la penna in bocca, ordina scartafacci.
IL SINDACO. Credo, signori, che si potrebbe aprire la seduta.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (estraendo l’orologio). Sono le undici meno un quarto... E io faccio colazione alle undici e mezzo... Ed eravamo convocati per le nove... È disgustoso.
IL SINDACO. All’indomani d’un veglione c’era d’aspettarsi qualche inesattezza... Non è colpa mia...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Non siamo al completo.
IL SINDACO. Siamo in numero per deliberare.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Ebbene, deliberiamo.
(La porta a sinistra s’apre ; il dottor Triceps appare.)
IL SINDACO. Ah !... Ecco il dottor Triceps.
SCENA II
Gli stessi e il DOTTOR TRICEPS.
IL DOTTOR TRICEPS (salutando e distribuendo strette di mano). Mille scuse, mio caro sindaco. Mille scuse, signori... Sono stato trattenuto da operazioni delicate... Da stamane sono occupato a raccogliere la sensibilità della mia cuoca che si era contusa con uno stampo da cialdoni. Capite ?
IL SINDACO. Veramente ?
IL DOTTOR TRICEPS. Sicuro... Non era cosa dappoco !
IL SINDACO. Uno stampo da cialdoni !... Che ne è mai di noi !... (Rivolgendosi ai consiglieri.) Se volete, signori, potremo aprire la seduta.
IL DOTTOR TRICEPS. Prego... prego... E nuove scuse, è vero ? (Il sindaco si dirige verso il tavolo. I consiglieri raggiungono i loro posti dove s’installano rumorosamente.)
IL SINDACO. Signori, la seduta è aperta... (Sfogliando lettere e carte.) Ho qualche lettera di scusa dei colleghi assenti... Esse non hanno d’altronde nessun interesse... Devo darvene lettura ?
PRIMO CONSIGLIERE. Inutile... inutile.
IL SINDACO (vagamente). Raffreddori... bronchiti... lombaggini... signore che partoriscono... (Spiritoso.) Almeno non si potrà dire che i consiglieri municipali favoriscono lo spopolamento francese... (Qualche risata... Egli passa le altre lettere al segretario.) Figureranno nel processo verbale...
SECONDO CONSIGLIERE. Troppo onore...
IL SINDACO. Il regolamento, signori... (Più grave.) Devo una menzione particolare al nostro onorevole collega, Isidoro Teofrasto Barbaroux... che fu arrestato ieri sera...
PRIMO CONSIGLIERE. Ancora !... È la terza volta.
IL SINDACO (senza interrompersi). ... e di cui l’assenza, oggi, se non legittima... è almeno giustificata da questa formalità giudiziania... Osservate, signori, che non incrimino... constato...
IL DOTTOR TRICEPS. Qual’è il sedicente motivo di questo arresto ?
IL SINDACO. Sempre lo stesso... Se le mie informazioni sono esatte — e ho tutto il diritto di crederlo — questo motivo sarebbe puramente commerciale... Il nostro onorevole collega sarebbe stato arrestato per aver venduto alla truppa carne malsana, o sedicente tale... Noi non ci dobbiamo — penso — pronunciare su questo incidente — puramente commerciale, lo ripeto... Bisogna attendere le decisioni della giustizia...
IL DOTTOR TRICEPS. Domando la parola.
IL SINDACO. D’altronde il reato d’un individuo... (Rumori.) se c’è reato nella cosa — non potrebbe pregiudicare la collettività...
ALCUNE VOCI. Benissimo !... Benissimo !...
IL DOTTOR TRICEPS. Senza entrare nel merito della questione, lasciate che vi dichiari questo... Il mio convincimento è che ciò che si colpisce nella persona del collega Barbaroux, non sono le carni corrotte, ma le opinioni avanzate. (Approvazioni e risa.) Ma certamente...
IL SINDACO. Forse è un andare un po’ troppo lontano, mio caro dottore.
IL DOTTOR TRICEPS. Affatto... Nella mia qualità di medico e di scienziato, so quello che dico... e mi accorderete che queste questioni mi sono familiari... Ebbene !... Io dico che tutto questo è singolarmente arbitrario e antiscientifico in sommo grado... Intanto le carni corrotte...
PRIMO CONSIGLIERE. Ne avete mangiate ?
IL DOTTOR TRICEPS. Certamente... E vedete che per questo non sto meno bene... (Battendosi sul petto.) La cassa è buona...
UNA VOCE. Bravo !
IL DOTTOR TRICEPS. Bisognerebbe però intendersi una buona volta... Non solamente non credo alla nocività della putredine : le attribuisco al contrario proprietà stomatiche di primo ordine... Sì... Sì... comprendete ? D’altronde, perchè la putredine è stimata lodevole nella beccaccia e criminale nel bue ?... E una sciocchezza... Tutte le putredini devono essere uguali davanti alla legge.
SECONDO CONSIGLIERE. Evidentemente.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. È un’allusione ?
PARECCHI CONSIGLIERI (irritati). Ah ! Ah ! Basta !
IL DOTTOR TRICEPS. In presenza d’una così strana anomalia ho dunque il diritto d’affermare che il processo intentato al nostro onorevole collega Barbaroux non è altro che un processo tendenzioso... E non parlo degli impacci che porta alla libertà di commercio... Diavolo ! Del resto, tornerò su questa quistione a suo tempo con tutti gli sviluppi giuridici, economici, terapeutici e biologici che essa comporta... Ma domando che questa osservazione preliminare sia iscritta a processo verbale.
IL SINDACO (dopo aver consultati i colleghi con lo sguardo). Il Consiglio non vede in questo nessun inconveniente... soprattutto in riguardo alla personalità così considerevole del nostro eminente collega, dottor Triceps, le più piccole opinioni del quale sono per tutti, qui, un insegnamento e una luce. (Al segretario.) Mettete a verbale...
IL DOTTOR TRICEPS. Ringrazio il signor sindaco delle sue nobili parole che mi vendicano di molte ingiustizie professionali... (I vicini del dottore gli stringono la mano. Qualche applauso. Momento d’emozione.) Devo aggiungere che il nostro collega Barbaroux si è sempre dimostrato macellalo di perfetta lealtà verso i suoi clienti civili e, se è vero che ha vendute carni inferiori e putrefatte, non è stato che ai militari, a proposito dello stomaco dei quali mi stupisco che sia diventato all’improvviso così intollerante, e... ai poveri, ciò che non ha nessuna importanza... (Assentimento generale.)
IL SEGRETARIO. Devo mettere a verbale quest’ultima osservazione ?
IL DOTTOR TRICEPS. Naturalmente !... (Consulta il sindaco.) Che ne pensate ?
IL SINDACO. Uhm !...
IL DOTTOR TRICEPS. Vedremo questo fra poco. (Al segretario.) Vi darò la redazione di tutto alla fine della seduta...
IL SEGRETARIO. Benissimo... preferisco anch’io...
IL SINDACO. L’incidente è chiuso. (Alzandosi e prendendo un’attitudine oratoria.) Ed ora, signori, noi ci occuperemo, se volete, della grave... importante e urgente quistione per la quale vi ho convocati in seduta straordinana e segreta.
(Movimento d’attenzione fra i consiglieri. Uno che si era addormentato si risveglia.)
SECONDO CONSIGLIERE. Di che si tratta ?
ALCUNE VOCI. Silenzio ! Silenzio !
IL SINDACO. Signori, ho una notizia... una notizia delicata e... antipatica a darvi... (Raddoppiarnento d’attcezione.) Ma rassicuratevi, signori... Quando dico antipatica, è per uniformare il mio linguaggio...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. La vostra eloquenza...
IL SINDACO (ringraziando con un gesto discreto). ... per conformare il mio... linguaggio al linguaggio usuale che sentimentalismi troppo formalizzabili...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Benissimo ! Benissimo !
IL SINDACO (proseguendo). ... che troppo sistematiche opposizioni...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Bravo !
IL SINDACO. ... perfino rivalità... e, se oso dire, vere usurpazioni di potere... abusi d’autorità, in una parola...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Parlate chiaramente, non vi comprendiamo...
IL SINDACO. Vi prego di non interrompermi... (Cerca invano di riprendere il filo del discorso.) Signori, in ciò che ho da dirvi, non c’è nulla di grave, nulla che vi possa spaventare. La notizia in sè non è straordinaria... Non è, per dire propriamente, una notizia... una di quelle notizie... Insomma signori, è, se cosi posso esprimermi, una noia periodica...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Benissimo ! Benissimo !
IL SINDACO. ... una crisi annuale... un ritorno offensivo...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Al fatto ! Niente allusioni politiche qui. Non siamo qui per fare della politica...
IL SINDACO. Non si tratta di politica...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA (categorico). Non si tratta di politica...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Di che si tratta allora ? Perchè tutte queste precauzioni ?... Perchè questo mistero ?...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Non so di che si tratta... Ma...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Se non sapete di che si tratta, tacete.
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Tacerà, se vorrò... Non voglio nessuna lezione da voi...
IL SINDACO. Signori... Signori... Vi prego !
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Qui non siamo nella vostra bettola... (Prendendo o testimonio i ritratti dei Presidenti della repubblica.) con tutti i ruffiani e tutte le prostitute della città...
IL SINDACO. Signori... Signori...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Ebbene... veniteci dunque nella mia bettola... come dite. Osate di venirci. (Prendendo a testimonio i suoi colleghi.) Bettola ?... il miglior caffè della città... il più bel caffè della città... un caffè Luigi XVI !.. Veniteci...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Si, ci andrò... Ci andrò per farlo chiudere... (i due si levano, si minacciano coi pugni.) Non posso comprendere che si tollerino esercizi simili... una vergogna... un’immoralità... un attentato al pudore... (Continuano a offendersi da un capo all’altro della tavola.)
IL SINDACO. Signori... Signori...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. E voi che vendete farine avariate, zollette di terra per caffè... foglie di spinaci sotto il nome di tè russe...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Io ?...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Si, voi... E i vostri biscottini che datano dalla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo...
ALCUNE VOCI. Basta !... Basta !...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Bettola !... Un esercizio di primo ordine, dove ho impiantato un cinematografo ?...
IL SINDACO. Signori... Signori... Di grazia !...
ALCUNE VOCI. Basta ! Basta ! Alla porta !
(Vengono calmati con gran fatica.)
IL SINDACO (conciliante e paterno). Signori... Signori... Vi supplico !.... Faccio appello al vostro patriottismo... ai sentimenti d’unione, di concordia... alla vostra devozione municipale... (Con voce forte.) No, signori, non si tratta di politica... Si tratta della città... degli interessi della città... della salute della città... della città che amate... che rappresentate... che amministrate... Signori... (Grave e con voce sorda.) Un’epidemia di febbre tifoidea è piombata sulla città.
(I consiglieri impallidiscono, si guardano. Spavento e silenzio.)
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. (atterrato). Un’epidemia sulla città !...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (tramortito). Sulla città !...
IL SINDACO. Voi vedete, signori, che non si tratta di politica...
I MEMBRI DELL’OPPOSIZIONE e DELLA MAGGIORANZA (insieme). Sulla città !... Un’epidemia sulla città !
IL SINDACO. Quando dico : sulla città, non è del tutto esatto... Grazie a Dio !... L’epidemia non è in città... è...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Al fatto... dov’è ? in che luogo ?... In città o no ?... Precisate... Niente equivoci... Dite la verità... Non siamo ragazzi. (Energico.) Siamo uomini, che diavolo !... Lo abbiamo provato in circostanze più gravi... Quando la patria era in pericolo, non abbiamo esitato a entrare nella guardia nazionale... Dov’è questa epidemia ?... In che luogo ?... Via !... Parlate...
ALCUNE VOCI. Dov’è ?... Dov’è ?...
IL SINDACO. Non mi lasciate parlare... È in città, e tuttavia non c’è assolutarnente. C‘è, senz’esserci... (Rumori.) Mi spiego... (Rumori.)
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Ma ascoltate dunque !
IL SINDACO (con una voce che domina il rumore). L’epidernia è nell’arsenale e principalmente nella caserma dell’artiglieria di mare.
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Benissimo ! Benissimo !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (furioso). Bisognava dirlo subito e risparmiarci angosce inutili... Certarnente non temiamo le epidemie... Abbiamo sempre opposto un virile disdegno... le abbiamo sempre trattate con disprezzo... Ma abbiamo famiglia... abbiamo amici... che diavolo !... E l’arsenale non è la città... la caserma non è la città... E poi tutti gli anni c’è qualche epidemia nella caserma... Non ne abbiamo colpa... Questo non ci riguarda.
TUTTI. Ma no... ma no...
IL DOTTOR TRICEPS. Calma, signori... Non lasciamoci trasportare... Procediamo con metodo... (Al sindaco.) Quanti decessi ?
IL SINDACO. Ieri, dodici soldati morti... Sedici, stamane.
IL DOTTOR TRICEPS (approvando). Ah !.. E quanti sono i malati ?
IL SINDACO. Attualmente si contano centotrentacinque ammalati.
IL DOTTOR TRICEPS (come sopra). Ah !... (Prende nota.) È normale !...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Non ci sono ufflciali ?
IL SINDACO. No... non ci sono ufficiali, fortunatamente... Il male si arresta agli attendenti... Non si attacca che ai semplici soldati e ai sottufficiali, come sempre.
IL DOTTOR TRICEPS. È normale.
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Ringrazio il signor sindaco delle sue spiegazioni leali e rassicuranti...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Insomma io non vedo affatto —- ma affatto — perchè ci avete convocati... Questa epidemia non è di nostra cornpetenza... stavo per dire... di nostra giurisdizione... Non offre nessun carattere municipale...
IL SINDACO. Un’amministrazione saggia deve essere contemporaneamente previdente... L’epidemia può estendersi dall’arsenale alla città, dal militare al borghese...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Eh via !...
IL DOTTOR TRICEPS. Non dobbiamo prevedere cose che non sono ancora avvenute... Conosco il processo e per così dire lo spirito di questa specie d’epidemie... È uno spirito di gerarchia,.. Se, contrariamente ai pareri della scienza, si verificasse una combinazione simile... se si manifestassero sintomi allarmanti, che noi non abbiamo il diritto di prevedere... ebbene, noi avremmo sempre il tempo di prendere le misure necessarie... Nello stato Attuale, non dobbiamo intervenire... (Fermissimamente.) L’autorità marittima deve avvisarci se lo stima utile...
IL SINDACO. Giustamente, signori... ed è a questo che volevo arrivare... (Confidenzialmente.) Il prefetto marittimo è molto in collera... L’ho visto ieri sera... Mi ha detto che questo non poteva durare... Pretende che le caserme siano immondi focolari d’infezione... (Rumori.) Che l’acqua bevuta dai soldati è più avvelenata del letame della stalla... (Rumori.) Insomma, signori, esige che noi ricostruiamo le caserme... (Proteste.) ... che noi incanaliamo l’acqua di sorgente verso le caserme... (Urla generali.) Esige ancora...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (levando le braccia). Esige... esige... Ma è un’insolenza...
IL MEMBRO DELLA MAGGJORANZA (come sopra). Una follia...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (battendo sul tavolo). Uno sciupio...
PRIMO CONSIGLIERE. Non abbiamo denaro per simili capricci... Il comune è carico di debiti... Dobbiamo ricostruire il teatro.
SECONDO CONSIGLIERE. Decorare il Municipio... (Mostra la sala.) Poichè infine è un Municipio ?... Chi sembriamo in questa baracca ?
PRIMO CONSIGLIERE. È straordinarlo, il prefetto... è straordinario...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Se i soldati non hanno acqua... bevano birra...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Se le caserme sono malsane... ebbene che si accampino...
PARECCHIE VOCI. Ma sicuro ! È così !...
IL SINDACO. Indubbiamente... avete ragione... Come principio, avete ragione... Ma voi conoscete il carattere autoritario, violento, unilaterale, del nostro prefetto marittimo... Mi ha fatto capire che traslocherebbe i reggimenti... che li manderebbe in un’altra città... Niente più commercio, signori, niente più musica, la domenica !... Sarebbe una vera catastrofe per la nostra cara popolazione... « Non posso tuttavia lasciar crepare i nostri soldati come mosche », mi ha detto.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Suvvia ! Vuole impaurirci... Forse che si trasloca un arsenale francese come un circo arnericano ? Forse che si trasporta un porto di guerra corne cavalli di legno ?...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. E poi via, è triste !... Compiangiamoli pure... ma i soldati sono fatti per morire...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. È il loro mestiere quello di morire...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. È il loro dovere quello di morire...
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE. È il loro onore quello di morire !...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Oggi che in Francia non ci sono più guerre, le epidemie sono scuole, necessarie e ammirevoli scuole d’eroismo... Se non ci fossero epidemie, signori, dove dunque i nostri soldati apprenderebbero il disprezzo per la morte... e il sacriflcio della loro persona per la patria ?...
PARECCHI CONSIGLIERI. È vero !... Bravo !...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (alzando le spalle e continuando). Dove dunque coltiverebbero quella virtù così francese ch’è il coraggio ?... Ciò che ci si domanda è di consacrare una viltà !
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Di sconsiderare l’esercito...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Di diminuire l’onore nazionale... di uccidere il patriottismo... Ebbene no... (Consenso generale.)
IL DOTTOR TRICEPS (si alza. Movimento d’attenzione). Mi associo alle idee così generosamente espresse dai miei onorevoli colleghi... Andrò più lontano... Oggi la scienza è per i microbi, per l’acqua di sorgente, per gli alloggi salubri... per l’an-ti-sepsi !... (Con disprezzo.) Per l’igiene ! ! !... (Alza le spalle.) È una semplice ipotesi, signori... un’ipotesi... di letterato, d’intellettuale che nessuna esperienza decisiva e leale non è venuta a confermare... Domani, altre teorie opposte a queste, si succederanno, altrettanto discutibili... altrettanto indimostrabili dai fatti... Ebbene, forse che i comuni dovranno subordinare la loro attività di progresso e le loro risorse di bilancio alle fantasie inconsistenti e rovinose degli scienziati ?... Devono piegarsi ai capricci d’una scienza che non sa ciò che vuole e che da se stessa si smentisce ogni otto giorni ?... Io non lo penso... (Applausi.) E tuttavia io pure sono uno scienziato... (Applausi.)
SECONDO CONSIGLIERE. Benissirno !... Benissimo !... Ben detto !...
IL DOTTOR TRICEPS. I nostri padri, signori, ignoravano queste cose. Ignoravano i bacilli, i brodi di cultura, i sieri, le inoculazioni, le vaccinazioni, le microbiografie e le commissioni d’igiene... Non sapevano che fossero i congressi medicali e chi fosse il signor Brouardel... Si accontentavano delle case e dell’acqua che avevano... Non prendevano neppure il bagno... Capite ?... Ora la storia non ci dice che per questo stessero più male... Al contrario...
SECONDO CONSIGLIERE. Èvero !... È vero...
IL DOTTOR TRICEPS. Ci obbiettano sempre « E l’Inghilterra ? »... Signori, noi non siamo in Inghilterra... L’Inghilterra è l’Inghilterra... e la Francia è la Francia... Ogni popolo ha il suo genio... (Entusiasmo generale.) Restiamo francesi !
PRIMO CONSIGLIERE. Viva la Francia !
IL DOTTOR TRICEPS. Lasciamo dunque che questa epidemia segua il suo corso regolare... la sua evoluzione necessaria. Non bisogna mai violentare la natura... Credetemi, essa sa quello che fa... (Il dottor Triceps si siede fra le felicitazioni di tutti.)
IL SINDACO. Permettetemi d’aggiungere un’osservazione che forse porterà in questo dibattito una luce più viva... Malgrado il suo contegno burbero, il prefetto marittimo non è un uomo cattivo e credo che ci si possa intendere con lui... Ho il sentimento ch’egli non si preoccupi dell’epidemia in quanto è epidernia, almeno... No... Solamente teme l’opinione pubblica... teme la stampa... ha paura d’un’interpellanza alla Camera... Voi sapete con quale violenza la marina è attaccata in questo momento... solo al pensiero che Lockroy possa tornare qui a scombussolare l’arsenale, lo allarma... Mettetevi al suo posto.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Ebbene ?
IL SINDAC0. Ebbene... se ho compreso il fondo dell’idea sua, purchè noi si votasse le spese necessarie ai lavori mentovati, il prefetto si riterrebbe soddisfatto... Ciò che domanda è una formalità... La sua pretesa non giungerebbe fino alla messa in pratica di questo voto... Vuole mettersi in regola di fronte alla pubblica opinione, alla stampa, al Parlarnento e al signor Lockroy... Non è insomma un desiderio legittimo... una prudenza lodevole ?...
SECONDO CONSIGLIERE. È pericolosa... per noi... Chi ci garantisce la purezza delle sue intenzioni ?...
IL SINDACO. lo, io, vi dico !
SECONDO CONSIGLIERE. Non basta... Avete un impegno per iscritto ?
IL SINDACO. No...
PRIMO CONSIGLIERE. Vi ha dato la sua parola d’onore ?
IL SINDACO. No... Ma ho qualche cosa di più... qualche cosa di meglio... La preoccupazione della sua tranquillità.
SECONDO CONSIGLIERE. Bisogna diffidare...
IL SINDACO. E perchè ?... Di che cosa ?... Vi assicuro che, passata l’epidemia, non si parlerà più di niente. E ricominceremo, l’anno prossimo... Cominceremo tutti gli anni.
SECONDO CONSIGLIERE. Bisogna diffidare... bisogna diffidare...
IL SINDACO. Altrimenti, pensate alle lotte quotidiane, alle sorde ostilità terribili che finiranno per mettere la zizzania nella città, senza contare che pregiudicheranno i nostri interessi elettorali... senza contare anche che tutte le donne... che tutte le nostre donne sono con gli ufficiali di marina. (Rumori.)
UNA VOCE. Parlate per conto della vostra... (Risa.)
IL SINDACO (degnissimamente). Disprezzo queste insinuazioni volgari ingiustificate... Dov’ero ? Ah ! sì... con gli ufficiali di marina... (Riprendendo la discussione.) Riflettete, signori... Non urtatevi contro partiti presi, indubbiamente rispettabili, ma impolitici.... Nelle condizioni che ho dette, credo che noi possiamo votare i crediti... che noi possiamo mostrarci anche generosi... poichè non ci costa nulla...
MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Protesto... Sarebbe stabilire un precedente deplorevole...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Tutte le caserme in Francia sono infette.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Tutte le acque impotabili...
IL VECCHISSIM0 CONSIGLÏERE (con voce tremante). La febbre tifoidea è una istituzione nazionale... Non tocchiamo le vecchie istituzioni francesi...
IL DOTTOR TRICEPS. No, signori, non tocchiamo ciò che fa la forza del nostro bell’esercito... ciò ch’è il suo onore : i’intrepidità di fronte alla morte... Non diamo allo straniero lo spettacolo doloroso d’un esercito francese che batte in ritirata davanti ad alcuni microbi problematici, d’un esercito, signori, sinonimo d’Austerlitz e di Marengo (Applausi)... non d’antisepsi e d’igiene... (Tempesta d’applausi... Esaltandosi.) Andate a dire al vostro padrone... (Termina la sua frase con un gesto.)
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (assai commosso). Dopo le mirabili parole che avete udite e l’accoglienza entusiastica che avete loro fatto, credo sia inutile mettere ai voti la proposta che concerne i crediti.
UNA VOCE. Sì ! Sì !
IL SINDACO. Io mi piego, signori...
UN’ALTRA VOCE. Niente voti...
UN’ALTRA VOCE. Niente crediti...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Niente equivoci... Una situazione netta...
IL DOTTOR TRICEPS. Ci sono ancora dei grandi cuori francesi !...
(Tutti i consiglieri si alzano... gesticolano... Tumulto di gioia... In questo momento appare nella sala un usciere... Porta un plico suggellato che, palidissimo, consegna al sindaco.)
IL SINDACO. Che c’è? (Prendendo il plico.) Che cos’è questo plico ?
L’USCIERE. Non so.
IL SINDACO. Chi l’ha portato ?...
L’USCIERE. Un uomo in lutto...
IL SINDACO. Un uomo in lutto ?... Ah !... Un uomo della città ?
L’USCIERE. Non so...
IL SINDACO. Non lo conoscete ?
L’USCIERE. No...
IL SINDACO. Ah !... Ed è partito senza nulla dire ?
L’USCIERE (con uno sforzo). Senza nulla dire...
IL SINDACO (turbato). È sorprendente... Non so perchè... presento una disgrazia... signori, c’è una disgrazia in questa lettera...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Apritela... Apritela...
IL SINDACO. Non oso aprirla... (I consiglieri tacciono... Tutti i loro sguardi sono tesi verso il sindaco.) Via ! (Finalmente, apre il plico... diventa livido, getta un grido.) Ah ! mio Dio !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Silenzio ! Silenzio ! (Al sindaco.) Che c’è ?
IL SINDACO. Signori ! (Non puô continuare.)
IL MEMBRO DÊLL’OPPOSIZIONE. Siete malato ?
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Perchè siete cosi pallido ?
IL SINDACO. Signori !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Perchè tremate ?
IL SINDACO (con sforzo). Signori... Una notizia incredibile... spaventevole... fulminante !
TUTTI. Parlate ! Parlate dunque !
IL SINDACO. Signori (Lascia cadere la lettera sul tavolo.) Un borghese è morto.
IL MEMBRO DELL’OPPOSJZIONE. Che cosa dite !
IL SINDACO. Un borghese è morte... vittima dell’epidemia !
ALCUNE VOCI (soffocate dalla paura). Non è possibile ! Non è possibile !
IL DOTTOR TRICEPS. Non toccate quella lettera... Bruciate quella lettera !... Forse non è disinfettata ! (Si precipita... s’impadronisce della lettera e la lancia nel fuoco. Poi, estraendo dalla tasca un vaporizzatore, a grandi passi fa il giro delta stanza.) Disinfettiamo, signori, disinfettiamo !
(E mentre il terrore cade sui consiglieri, subitamente immobili e convulsi, il sindaco con una voce che piange e che trema, prosegue nel silenzio mortuario della sala.)
IL SINDACO. Noi ignoriamo il suo nome... che importa ? Noi conosciamo l’anima sua... Signori, era un borghese venerabile, grasso, roseo, felice... Il suo ventre faceva invidia ai poveri... Ogni giorno, a ore fisse, passeggiava, sorrideva sul corso e la sua faccia allegra... il suo triplice mento... le sue mani grassocce erano per tutti un vivente insegnamento sociale... Pareva che non dovesse mai morire, e tuttavia è morto... Un borghese è morto !...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA (come se salmodiasse il Miserere). Un borghese è morto !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (c. s.). Un borghese è morto !
TUTTI (successivarnente). Un borghese è morto !
(Silenzio... Tutti i consiglieri si guardano spaventati.)
IL SINDACO. Non mi appartiene, signori, di giudicare la vita del borghese ammirabile, paterno, che noi tutti piangiamo... altri più autorizzati di me gli renderanno questo meritato e supremo omaggio... Signori... se il borghese, del quale deploriamo la perdita tragica e prematura, non si segnalò mai alla riconoscenza dei suoi compatriotti e della città, che, grazie alla fiducia vostra, ho l’onore d’amministrare... con liberalità materiali... con atti diretti di beneficenza... o per il folgorare d’una intelligenza superiore e l’utilità d’una cooperazione qualunque allo sviluppo della nostra vita municipale... che mi sia permesso tuttavia — e credo d’essere l’interprete dei sentimenti unanimi della nostra cara popolazione — che mi sia permesse, dico, di rendere alla memoria del borghese sconosciuto... e così caro... la giustizia che gli è dovuta...
(Alcuni consiglieri commessi asciugano i loro occhi.)
UNA VOCE. Parlate !... Parlate !
IL SINDACO (con uno sforzo per dominare la sua emozione). Così me lo figuro... con quale emozione !... Piccolotto e rotondetto, aveva, fra le sue gambe gracili, una pancetta ben tesa nel panciotto... Sullo sparato della camicia, il suo mente si stendeva, congruamente, in un triplice collare di grassa gialla... e i suoi occhi, fra le palpebre gonfie, gettavano la luce triste, livida e rispettabile di due monetine di dieci soldi... Era bello... Nessuno rappresenta più esattamente I’ideale che l’Economia politica, i governi liberali e le società democratiche si fanno dell’essere umano, cioè qualche cosa d’impersonale, d’improduttivo e d’inerte... qualche cosa di morto che cammina, parla, gesticola, digerisce, pensa e paga, seconde meccanismi accuratamente lubrificati dalle leggi... qualche cosa finalmente di fon-da-men-ta-le... che si chiama : un piccolo rentier.
UN CONSIGLIERE. Bravo !... È vero !...
IL SINDACO. Sì, signori... Giuseppe — (Con tenera fierezza.) chiamiamolo Giuseppe, come il sue grande, il sue immortale antenato — Giuseppe, dunque, nel quale voglio considerare più che un uomo... un principio sociale... ci avrebbe dato, sempre, l’esempio, l’alto e vivificante esempio d’una virtù — ah ! ben francese questa ! — d’una virtù preziosa fra tutte, d’una virtù che fa gli uomini forti e i popoli liberi... l’Economia !... Giuseppe sarebbe stato fra di noi il costante e vivificante simbolo del Risparmio... di quel piccolo Risparmio che nessun disinganno colpisce, che nessuna disgrazia stanca... e che, senza tregua ingannato, derubato, rovinato, non tralascia di ammassare, per le depredazioni future, a prezzo dei più inconcepibili sacrifici, un denaro... del quale esso non gioirà mai e che mai non ha servito, non serve e non servirà che a edificare la fortuna e a soddisfare le passioni... degli altri... Abnegazione meravigliosa, signori !... Salvadanaio ideale... o calza di lana !...
TERZO CONSIGLIERE (piangendo). Che disgrazia !... Che disgrazia !... (Singhiozzi.)
IL SINDACO. In un’epoca turbata come è la nostra, l’onore di Giuseppe sarà d’essere rimasto fedele, per fas et nefas, come dice il poeta, a tradizioni nazionali e gogotiche in cui il nostro ottimismo si riconforta, se così oso esprimermi ; poichè, come scrisse un grande filosofo del quale non so più il nome, il Risparmio è il padre di tutte le virtù e la salvaguardia di tutti i governi degni di questo nome... Piangiamolo e ammiriamolo, signori...
PARECCHI CONSIGLIERI (insieme). Viva Giuseppe !
IL SINDACO. Ammiriamolo poichè non godette mai la minima gioia, non prese mai il minimo piacere... Anche al tempo della sua giovinezza... anche al tempo della sua ricchezza... non conobbe ciò che i più poveri dei mendicanti conoscono talvolta... un’ora di buontempo ! Si privò di tutto e visse più miserabile d’un camminante, contento del suo dovere compiuto.. Non volle mai accettare neppure un onore, una responsabilità, pel timore di doverli poi pagare con qualche obbligo... incarico... affetto forse... che lo avrebbe distratto dall’opera sua... E — o sublime insegnamento ! — più risparmiò, più si rovinô... e più si rovinò, più risparmiò ancora !...
TERZO CONSIGLIERE (singhiozzi). Che disgrazia !... Che disgrazia !...
IL SINDACO. Fu un eroe, signori... fu l’eroe... Gambetta ha detto che i tempi eroici erano passati... Ebbene non sapeva che cosa fosse un piccolo rentier... Ed ora, Gluseppe, addio !
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE. Sì, un eroe... un eroe modesto, silenzioso e solitario... Come seppe allontanare dalla sua casa gli amici, i poveri e i cani !... Come seppe preservare il suo cuore dalle basse corruzioni dell’amore... il suo spirito dalle pestilenze dell’arte !... Detestò — o meglio ! —, ignorò le poesie e le letterature... poichè aveva orrore di tutte le esagerazioni, essendo uomo preciso e regolare... E se gli spettacoli della miseria umana non gli ispirarono mai che disgusto... in cambio, gli spettacoli della natura non gli suggerirono mai nulla... Ogni mattino, si affidava al Petit Journal perchè pensasse e sentisse per lui...
TERZO CONSIGLIERE (singhiozzi). Che disgrazia !... Che disgrazia !...
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE. Di conseguenza, signori, ho l’onore di deporre sul tavolo del Consiglio le due proposte seguenti... Primo... Le esequie di Giuseppe saranno celebrate solennemente con gran pompa, a spese della città... Secondo... Una statua gli sarà innalzata in una delle nostre piazze principali...
TUTTI (uscendo a poco a poco del torpore). Sì !... Sì !...
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE. Propongo inoltre che si dia a una strada della nostra bella città il suo nome... quando lo conosceremo...
UN CONSIGLIERE (accasciato e come in sogno). Che cosa importa il nome... purchè ci sia la piastra !...
(Entusiasmo generale. Si vota con l’applauso.)
IL DOTTOR TRICEPS. Ora, signori, non bisogna che ci lasciamo abbattere da questa morte impreveduta e irregolare... antiscientifica anche... capite ?... Dobbiamo lottare !
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Sursum corda !
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Alle dolorose circostanze, opponiamo le risoluzioni virili !
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Ai pericoli che ci minacciano... l’energia che trionfa...
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Siete pronti a tutti i sacrifici ?
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. A tutti...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. A tutti...
TUTTI. Sì ! Sì ! A tutti...
IL DOTTOR TRICEPS. Ci occorre denaro...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Ne troveremo.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Ne inventeremo... Ne batteremo...
IL MEMERO DELLA MAGGIORANZA. I prestiti !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Le ipoteche !
IL DOTTOR TRICEPS. Le espropriazioni !
TUTTI. Sì ! Sì !... Proprio così...
IL DOTTOR TRICEPS. Bisognerà demolire i vecchi quartieri della città, questi focolari d’infezione...
PRIMO CONSIGLIERE. Li demoliremo...
IL DOTTOR TRICEPS. E ricostruirli.
PRIMO CONSIGLIERE. Li ricostruiremo...
TUTTI. Sì ! Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Aprire grandi corsi !...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Creare giardini pubblici.
TUTTI. Sì ! Sì !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Grandi strade...
TUTTI. Sì ! Sì !... grandi strade !... grandi strade !...
IL DOTTOR TRICEPS. Aerare i corsi... immunizzare le fogne...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Moltiplicare i viali...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Introdurre essenze febrifughe...
IL DOTTOR TRICEPS. Disagglomerare i collegi, i conventi... le case di prostituzione... le caserme...
TUTTI. Proprio !... Proprio !...
IL DOTTOR TRICEPS. Bisognerà far sgorgare dappertutto sorgenti d’acqua pura... sorgenti larghe e profonde come il mare.
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Zampilleranno !
IL DOTTOR TRICEPS. Se non zampilleranno... andremo a catturarle nel cuore delle montagne.
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Della Svizzera !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZlONE. Dei Carpazi !
IL DOTTOR TRICEPS. Del Caucaso...
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Occorreranno stufe potenti... apparecchi sterilizzatori sempre in moto...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Filtri monumentali...
IL DOTTOR TRiCEPS. Serbatoi d’acido fenico... laboratori di chimica an-ti-set-ti-ca...
TUTTI. Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Creeremo consigli d’igiene — d’i-gie-ne — in permanenza.
TUTTI. Bravo !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Commissioni di salubrità... sindacati di profilassi...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Congressi medici !
IL DOTTOR TRICEPS. Istituti Pasteur...
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Lazzaretti intorno alla città.
TUTTI. Proprio cosi !... Sì ! Sì !
IL DOTTOR TRICEPS. Votiamo !... Guerra ai microbi !... Guerra alla morte! Viva la scienza !
TERZO CONSIGLIERE. Vendichiamo Giuseppe !
IL DOTTOR TRICEPS. Votiamo !... Votiamo !...
IL SINDACO. Sì, signori, votererno... Voteremo cose inaudite... misure eccezionali... perfino rivoluzionarie... somme formidabili... Ma dapprima propongo al consiglio di colpire, con un ordine del giorno, Isidoro Teofrasto Barbaroux, le azioni criminali e le carni putrefatte del quale hanno forse aiutato lo sviluppo di questa epidemia... la virulenza di questo contagio.
IL DOTTOR TRICEPS. Barbaroux è un miserabile... un avvelenatore... un assassino...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Un socialista... Un giapponese.
TUTTI. Abbasso Barbaroux !... Morte a Barbaroux !
IL SINDACO. Ed ora votiamo, amici miei...
IL DOTTOR TRICEPS. Domando dieci milioni !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE (alzando le spalli). Che volete fare con dieci milioni ?... No, venti milioni !...
IL MEMBRO DELLA MAGGIORANZA. Cinquanta milioni !
IL MEMBRO DELL’OPPOSIZIONE. Ebbene settanta milioni !
IL DOTTOR TRICEPS. No... Cento milioni. (Urrà formidabile.)
IL SINDACO. Fermiamoci a questa cifra di cento milioni... E se cento milioni non basteranno... ne voteremo altri...
TUTTI. Sì ! Sì ! Cento milioni !
IL VECCHISSIMO CONSIGLIERE. Ma dove troveremo tutti questi cento milioni ?
IL SINDACO (con disprezzo). Li troveremo, signore, nel nostro patriottismo...
TUTTI. Bravo ! Bravo !
IL SINDACO. Nel nostro eroismo.
IL DOTTOR TRICEPS. Nella nostra volontà... nella nostra fede...
TUTTI. Sì !... Sì !...
IL SINDACO. Allo scrutinio, amici... Allo scrutinio !
TUTTI. Allo scrutinio !
(Si precipitano intorno al tavolo, con gesti violenti e fisonomie esaltate.)
CALA LA TELA.